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Bevat de naam: Nicholas (Ed) Brook

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Mi sono sempre piaciuti i giardini, in special modo quelli inglesi. La mia passione per questo argomento ha radici profonde. In tempi ormai lontani, ma mai dimenticati, ebbi modo di completare i miei studi universitari compilando una ricerca sulla rivoluzione agricola del settecento in Inghilterra. Vinsi anche una borsa di studio universitaria triennale per ricerca e perfezionamento sull'argomento, ma non ne feci nulla. Preferii abbandonare mentre in quei luoghi fiammeggiavano i "fuochi fatui" del famoso "sessantotto" italiano. Origine di tutti i mali del nostro Bel Paese. Ma questa è un'altra storia. Quella di cui desidero invece parlare in questo post riguarda "l'idea di giardino", discutere se un giardino possa avere un'anima, come quello qui al link "Il giardino segreto dell'anima" nella Valle di Tramonti, in Costa d'Amalfi, oppure come quello di cui parla William Shakespeare nel suo Riccardo II. In breve, questa la situazione narrativa.

Mentre il re Riccardo sta per essere fatto prigioniero da Bolingbroke e un triste destino sembra aleggiare sul futuro del regno, la regina Isabella, ospite del duca di York, passeggia con la sua damigella nel giardino del duca. Per caso si ferma ad ascoltare quello che dicono il giardiniere e il suo assistente che sono al lavoro. I due parlano delle condizioni in cui versa il regno e di possibili cambiamenti istituzionali. Il giardino così diventa una metafora politica. La regina si rende conto che i due stanno parlando di cose importanti che la riguardano direttamente.

Il vecchio giardiniere dice al suo assistente di sistemare un albero di albicocche contro una parete. L'assistente si chiede perchè debbano occuparsene e tenerlo in ordine, quando poi il Paese, il Regno di Riccardo II tutt'intorno va in rovina, pieno di erbacce e infestato da insetti. I due si riferiscono a come governa il re Riccardo e ai suoi cattivi consiglieri. Il vecchio giardiniere, che dimostra di sapere le cose, gli dice di tacere. Il suo aiutante non sa che la persona di cui lui sta parlando in effetti è stata già fatta fuori, "caduto come una foglia". Il re Riccardo e' prigioniero di Bolingbroke e i suoi alleati morti. Ben presto lui perderà il trono e il potere.

La regina Isabella non riesce a trattenersi ed esce allo scoperto chiedendo spiegazioni al giardiniere. Questi le conferma tutto e lei, mentre si allontana, gli lancia contro, come una maledizione, augurandogli che le piante di cui si sta occupando possano non crescere mai. Ma lui non si prende cura di quello che dice. Questa scena, solo in apparenza insignificante, ha una importanza rilevante e ha suscitato l'interesse di molti studiosi. Nella tela della storia è come una "finestra" che si apre sulla strada, sul mondo esterno, nella mente e nei pensieri della gente comune.

Shakespeare riesce cosi' a rappresentarci due classi sociali, quella "alta" e quella "bassa", le quali conversano sulla situazione politica secondo il loro stile. L'Inghilterra e' vista come un giardino e Riccardo un cattivo giardiniere. I suoi seguaci sono caduti come "foglie". Tutta la scena ritratta ha del simbolismo. L'uso del terreno, del giardino coltivato simboleggia il regno d'Inghilterra. La figura del monarca inglese e' quella dell'albero, egli e' sia l'albero che il terreno.

Il giardiniere paragona quel giardino incolto, che ha bisogno di essere lavorato e coltivato, a quello di un regno e a come deve essere amministrato e governato. Il vecchio giardiniere si arrischia a sostenere che il re si dovrebbe dedicare di piu' al suo giardino, eliminare le erbacce, gli animali nocivi e tutte ciò che e' cattivo, per favorire la crescita dei fiori, delle erbe e della frutta. Molto significativo il fatto che il vecchio giardiniere sia un rappresentante di un certo ceto sociale, ma dotato di buon senso comune, che invia al suo re un messaggio personale semplice, realistico ed avveduto.

He that hath suffer'd this disorder'd spring
Hath now himself met with the fall of leaf.
The weeds which his broad-spreading leaves did shelter,
That seem'd in eating him to hold him up,
Are pluck'd up root and all by Bolingbroke.

Colui che tollerò l'incontrollato rigoglio
si è ritrovato alla caduta delle foglie.
Le erbacce, un tempo protette dal suo maestoso fogliame
e che, con l'aria di sostenerlo, lo mangiavano vivo,
le ha sradicate, radici e tutto, il Bolingbroke.

Il Giardiniere si dimostra essere molto saggio con le sue metafore. Egli sostiene che il re ha sottovalutato un "incontrollato rigoglio" nel suo regno e deve subirne le conseguenze. Queste non si sono fatte attendere con la caduta delle foglie. Shakespeare, da quel grande maestro di vita si dimostra essere anche grande giardiniere: vuole dire che senza l'ordine naturale delle cose qualsiasi potere umano e' destinato a cadere e finire. Cosi' vanno le cose nella Natura e nel mondo.

Un'ultima importante osservazione va fatta su quello che dice l'aiutante del giardiniere all'inizio della loro entrata in scena. Una domanda sulla quale poggia anche tutta la ragion d'essere di questo post, della passione di questo blogger per i giardini, la natura e il paesaggio. Interrogativi che mi sentirei di porre anche al mio amico provetto giardiniere Antonio De Marco e alla sua gentile consorte Enza Telese, sul loro sperticato amore per l' "Anima" di quel loro giardino, in quel di Campinola, frazione del Comune di Tramonti, provincia di Salerno, Costa d'Amalfi. L'aiutante giardiniere nella parte iniziale della scena citata si pone una domanda fondamentale ed io qui riporto di nuovo le sue parole:

"Perché dovremmo, nell'ambito di una staccionata, rispettare la legge, la forma, la giusta misura, mostrando un modello esemplare di bene ordinata provincia, se quel giardino recinto dal mare, la patria nostra, è invaso dalle erbacce, che ne soffocano i fiori più belli, gli alberi da frutto non sono potati, le siepi in rovina, le aiuole in disordine, e le erbe benefiche brulicanti di bruchi?"

"Why should we in the compass of a pale
Keep law and form and due proportion,
Showing, as in a model, our firm estate,
When our sea-walled garden, the whole land,
Is full of weeds, her fairest flowers choked up,
Her fruit-trees all upturned, her hedges ruin'd,
Her knots disorder'd and her wholesome herbs
Swarming with caterpillars?"

Chi ha avuto il piacere di visitare il Giardino di Enza Telese e Antonio De Marco ha potuto rendersi conto di quanto delicato e difficile sia non solo il legame, ma anche il rapporto, che questa iniziativa privata mantiene con il territorio sul quale insiste. Le radici e la storia del Giardino Segreto dell'Anima sono legate alla terra che l'ospita. Ma l'anima vola alto, oltre quelle valli e quei monti che costituiscono il Parco Regionale dei Monti Lattari. Sarebbe auspicabile che tutto questo territorio incantato della Valle di Tramonti, fosse maggiormente conosciuto, protetto e valorizzato. Credo che a nessuno piacerebbe porsi quella domanda che si pone il non tanto ingenuo aiuto giardiniere, ne' tanto meno tentare di darsi una risposta che, guardandoci intorno, sarebbe senza dubbio poco confortante.

Riccardo II atto III scena IV

GIARDINIERE
Va' un po' a legarmi quelle albicocche che pendon laggiù, che, come figli sfrenati, fanno incurvare il padre sotto il peso di tale straripante invadenza. Da' qualche sostegno ai rami che si piegano troppo ... E tu, va' con lui, e a mo' di carnefice, decapita quelli che troppo in fretta sono cresciuti, sino a parer troppo alti per la nostra repubblica: ché il nostro governo si fonda su un saggio equilibrio.
Mentre voi due vi date da fare, io vado a sarchiare le erbacce dannose che succhiano senza profitto i fertili umori del suolo, rubandoli ai fiori leggiadri.

AIUTANTE
Perché dovremmo, nell'ambito di una staccionata, rispettare la legge, la forma, la giusta misura, mostrando un modello esemplare di bene ordinata provincia, se quel giardino recinto dal mare, la patria nostra, è invaso dalle erbacce, che ne soffocano i fiori più belli, gli alberi da frutto non sono potati, le siepi in rovina, le aiuole in disordine, e le erbe benefiche brulicanti di bruchi?

GIARDINIERE
Non te la prendere. Colui che tollerò l'incontrollato rigoglio si è ritrovato alla caduta delle foglie.
Le erbacce, un tempo protette dal suo maestoso fogliame e che, con l'aria di sostenerlo, lo mangiavano vivo, le ha sradicate, radici e tutto, il Bolingbroke: mi riferisco al Conte di Wiltshire, a Bushy e Green.

AIUTANTE
Cosa? Son morti?

GIARDINIERE
Morti. E Bolingbroke ha catturato il Re scialacquatore. Oh, che peccato che non abbia curato e coltivato la sua terra come noi questo giardino. Quando vien la stagione, noi incidiamo la corteccia - la pelle degli alberi da frutta - per non farli gonfiare di linfa e di sangue e non mandarli in malora per il troppo rigoglio. Avesse lui fatto lo stesso con gli ambiziosi e i potenti, essi avrebbero vissuto per produrre, e lui per godere i frutti della lealtà. I rami infecondi noi li potiamo, a che i rami fruttiferi possano vivere. Avesse fatto lo stesso, porterebbe ancora la corona che sperpero e indolenza gli han fatto buttar via.

AIUTANTE
Perché, pensate che il Re sta per esser deposto?

GIARDINIERE
Spodestato lo è già. Quanto al deposto, non sappiamo per certo. Missive arrivate ieri notte a un caro amico del buon Duca di York recano infauste nuove.

REGINA
Oh, morirò soffocata se mi vieto di dire la mia.
Tu, che come un vecchio Adamo sei qui per curare il giardino, come osa la tua brutta linguaccia propalare sì brutte notizie? Quale Eva, quale serpente ti ha indotto in tentazione, per inventare una seconda caduta e dannazione dell'uomo? Perché vai raccontando che Re Riccardo è deposto?
Osi tu, che sei poco più di un pugno di creta, predirne la caduta? Di', dove, quando e come sei venuto in possesso di tali brutte notizie? Parla, sciagurato!

GIARDINIERE
Perdonatemi, signora. Non mi fa alcun piacere parlare di queste cose. Pure, quel che dico è vero.
Re Riccardo è nella stretta possente di Bolingbroke. Mettiamo sulla bilancia le rispettive fortune: sul piatto del vostro signore non è rimasto che lui e qualche residua illusione che lo fa più leggero, ma dalla parte del grande Bolingbroke, oltre a lui, ci son tutti i Pari d'Inghilterra, e con tale giunta il piatto di Re Riccardo è bello e saltato. Correte a Londra e non avrete più dubbi. Quello che dico è sulla bocca di tutti.

REGINA
O agile sventura, dal piede leggero, il tuo messaggio non era a me riservato?
E sono l'ultima a venirlo a sapere! Oh, tu pensi di servirmi per ultima, per farmi serbare più a lungo la tua pena nel petto! Venite, mie dame, andiamo a Londra, incontro alla pena di chi a Londra è re. Ah, per questo son nata, perché il mio volto mesto debba adornare il trionfo del grande Bolingbroke? Giardiniere, per avermi dato notizia di questi guai, prego Iddio che le piante che innesti non crescano mai.
(Esce con le dame)

GIARDINIERE
Povera Regina! Se bastasse a migliorar la tua sorte, vorrei che la mia arte subisse l'impatto della tua invettiva. Qui le è caduta una lacrima; e qui, in questo punto, seminerò un cespo di ruta, l'erba amara della contrizione. La ruta, erba pietosa, farà presto a spuntare, una regina in pianto a rimembrare.

https://goo.gl/51eOdH

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AntonioGallo | Nov 2, 2017 |

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