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Brother Guy Consolmagno, S.J., Ph.D. (Tucson, Arizona and Castel Gandolfo, Italy), is an astronomer at the Vatican Observatory. At the Vatican, he serves as curator of one of the largest meteorite collections in the world. He obtained his Ph.D. in Planetary Science from the University of Arizona toon meer and went on to teach at MIT until 1983, when he joined the Peace Corps. toon minder

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Finding God in the Universe (2022) 3 exemplaren

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Questions and answers from the astronomers at the Vatican Observatory. 4/3/22
 
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IncarnationSR | 5 andere besprekingen | Mar 31, 2022 |
 
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Geekstress | 2 andere besprekingen | Aug 18, 2021 |
Scienza e fede possono camminare assieme? Sono forse conflittuali? Il titolo di questo post vi sembra blasfemo? Richiama quello del libro la cui copertina è qui riprodotta.

Non preoccupatevi, gli autori sono due gesuiti: Guy Consolmagno e Paul Mueller. Sono, però, anche degli scienziati esperti di fisica e astronomia.

Per la precisione due astronomi della più importante struttura scientifica afferente allo Stato pontificio: la specola vaticana. Consolmagno ne è il direttore.

Ho avuto modo di conoscere, anzi di ascoltare, Guy Consolmagno, coautore di questo libro, qualche settimana fa, in occasione di un convegno celebrato a Sarno intitolato “Fede & Scienza”. Ha tenuto una “lectio magistralis” sull’argomento in qualità di studioso di fede e di scienza, per onorare la memoria del Dott. Vincenzo De Colibus, nota ed amata figura di medico locale.

La scelta viene fatta ogni anno in nome di un modello di riferimento che continua a vivere nei cuori e nella mente di tutta la comunità sarnese nella quale questa persona visse. Il prof. Consolmagno ha egregiamente svolto la sua relazione di fronte ad un folto ed attento uditorio composto da molti giovani studenti delle scuole del territorio. Una davvero lunga, ricca ed appassionata “lectio” che sarebbe utile se venisse pubblicata anche in rete.

Sono argomenti questi che, mi sia permesso dirlo senza infingimenti, non possono essere offerti gratuitamente e con leggerezza in occasioni di questo tipo. Significa spesso banalizzare oltre che l’impegno, le qualità e le intenzioni di chi ha proposto una cosa del genere, anche le qualità del relatore. Parlare sia di scienza che di fede non è cosa facile nè tantomeno leggera.

Con il suo accento spiccatamente anglo-italiano, il professore gesuita ha cercato di dare una risposta, tante risposte, non sempre compresnsibili, anche per una cattiva acustica del sistema nella sala della conferenza. Che cos’è l’Universo? Perché c’è? E’ finito, infinito o illimitato? Esiste da sempre o ha avuto un inizio? E’ stato creato da un Essere soprannaturale o si è originato dal nulla in un dato istante del passato? Scomparirà nel nulla in un lontano futuro? Perchè esiste? La Bibbia ha ragione oppure no?

Impossibile elencare tutte le domande che si pongono da sempre tutti gli esseri umani. Sono sicuro che se ci fosse stata più sintesi e una migliore organizzazione della conferenza, molti dubbi ed interrogativi sarebbero stati risolti in quelle oltre due ore di relazione. Per questa ragione ho deciso di leggere questo libro, che ha per titolo questa forse impertinente ma legittima domanda per saperne di più.

Per pochi euri, in versione Kindle, al giorno d’oggi puoi trovare risposte ai tuoi dubbi senza per questo essere messo all’indice, nè tanto meno scomunicato o addirittura bruciato vivo al rogo come tanti, nel corso dei secoli. Laici o religiosi, fedeli o infedeli, credenti o miscredenti, scienziati o ignoranti, grazie a Dio, ed anche alla moderna tecnologia, possono avere una risposta affidabile.

Questa è l’idea di questo libro ed è giusto che gli autori, non a caso due gesuiti, lo abbiano pubblicato con o senza il classico, rigorosamente canonico, “nihil obstat” della gerarchia. In altri tempi, a leggere il solo titolo sarebbe costata almeno la scomunica. La mente umana si è sempre appassionata a domande come queste e, col fiorire delle prime civiltà nell’area del Mediterraneo, filosofi e matematici hanno cominciato a studiare l’universo in modo sistematico, ricercando spiegazioni plausibili sulla natura dei suoi costituenti fondamentali, sulle leggi che vi operano e sul ruolo che riveste la presenza di vita e di osservatori coscienti.

Nel corso delle varie epoche questa ricerca è stata approfondita e ha portato ad elaborare diverse teorie, dapprima basate sul linguaggio filosofico o religioso e, in seguito, su quello rigoroso della scienza moderna, fondata essenzialmente sull’osservazione dei fenomeni, il calcolo e le prove sperimentali. Pertanto, le questioni che non potevano essere oggetto di indagine scientifica rimanevano di esclusiva competenza della metafisica e della teologia, e tra esse, la più importante riguardava la ragione dell’esistenza dell’universo.

Lungo tutto il percorso storico della filosofia, a fronte di questa profonda questione si sono imposte due principali scuole di pensiero fra loro contrastanti. Una di esse, radicata nelle culture giudaico-cristiana e islamica, sosteneva che l’universo è stato creato dal nulla ad opera di Dio, mentre l’altra consisteva nella tesi dell’universo eterno, senza inizio né fine. A quest’ultima aveva pienamente aderito il padre della Logica, Aristotele, semplicemente perché da lui giudicata di gran lunga più ragionevole della prima.

Nonostante la loro spiccata diversità, queste due concezioni avevano in comune una stessa idea: l’immutabilità del cosmo nella sua complessiva struttura. Peraltro, questa credenza non è mai stata messa in discussione fino in tempi recenti, più precisamente fino a quando il mondo della scienza è stato dominato dalla fisica di Newton.

Il titolo del libro è tratto da una delle moltissime lettere che devoti e curiosi scrivono a questo organismo scientifico, i cui membri non hanno problemi a conciliare la fede e la meccanica quantistica. E proprio per spiegare come tra scienza e fede il contrasto non ci sia, i due scienziati e gesuiti hanno scritto questo lungo dialogo (la forma dialogica è stata scelta proprio in omaggio a Galileo che ha esposto così le sue teorie).

Sfogliando questa chiacchierata il lettore non esperto di fisica si vedrà chiarire molti dubbi, dai più bizzarri ai più seri. Ad esempio, si parte dalla teoria del Big Bang per spiegare come non ponga nessun problema di fede e come, utilizzando il giusto modo di leggere, la Bibbia non sia in nessun modo in contrasto con i testi sacri. Anzi, ironia della sorte, è stato proprio un astronomo e presbitero cattolico, Georges Edouard Lemaître, a postulare per primo, nel 1927, la teoria del Big Bang, anche se all’epoca si chiamava ipotesi dell’atomo primigenio.

All’origine l’idea di Lemaître ricevette un sacco di critiche proprio perché sembrava essere troppo vicina all’idea della Genesi. Peccato poi che le tutte le evidenze raccolte negli anni a seguire abbiano confermato la sua idea dando origine alla teoria più solida e importante dell’astronomia. Questo con gran gioia di Papa Pio XII tanto che Lemaître «pregò il pontefice di non promuovere la sua teoria come fosse una prova della Genesi». Questione di rigore accademico, e il papa lo accontentò.

Nello spiegare il Big Bang i due scienziati/sacerdoti mettono il lettore in grado di capire bene come scienza e fede si muovano su due piani diversi. Ecco perché nessuna delle due può confutare l’altra, con buona pace di tutti quelli che, credenti e non, vorrebbero poter usare testi sacri e telescopi come fossero clave intellettuali. In molti scrivono alla Specola Vaticana per chiedere lumi sul caso Galileo.

I due scienziati nel libro li forniscono e sostengono l’idea che il processo a Galileo fosse soprattutto un processo politico, legato al contrasto tra il Papa e i Medici e alle pressioni internazionali provocate dalla Guerra dei Trent’anni. E forse anche a uno sgarbo personale di Galileo nei confronti di papa Urbano VIII, che di Galileo era amico. Non minimizzano il ritardo che molti ecclesiastici del tempo avevano nei confronti della scienza (che era in una fase di evoluzione rapida) per carità, però mostrano come il processo a Galileo fu tutt’altro che una contrapposizione tra scienza e fede.

Le contestazioni a Galileo da parte del cardinale Bellarmino erano semplicemente mutuate dal metodo scientifico comunemente accettato, era il metodo di Galileo ad essere un passo avanti. Solo con Newton il sistema galileiano sarebbe diventato perfettamente spiegabile e dimostrabile. Insomma, il processo guardato da vicino racconta una storia diversa dalla «vulgata».

Ci sono temi leggeri e pesanti nel libro. Tanto pesanti, quanto “pensanti” come quando cercano di trovare giustificazione e conferma dei collegamenti tra la Bibbia e le diverse “voci” della scienza. Non sempre la Bibbia ha ragione, non sempre la scienza ci fa capire le cose come effettivamente sono andate. Quando arriviamo alla domanda riguardante il battesimo dell’alieno, ci viene da pensare al battesimo di un “barbaro”, in un tempo quando sussistevano queste differenze.

Il fatto è che, il tempo e lo spazio hanno le loro esigenze delle quali non sempre, anzi quasi mai, gli uomini sono in grado di comprendere e gestire le ragioni e le finalità. Ci sono cose in cielo e in terra che si possono spiegare soltanto con la scienza, intesa come come sapere e conoscenza. Alla stessa maniera, la fede non sarà mai in grado di spiegare cose che soltanto con il soprannaturale si possono comprendere. Si chiama: “mistero della fede”.
… (meer)
 
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AntonioGallo | 5 andere besprekingen | Oct 9, 2019 |

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