Vincenzo Pappalettera (1919–1998)

I libri che hanno avuto ad oggetto la follia dei campi nazisti sono veramente tanti. Ma ognuno è necessario per alimentare la memoria, per non dimenticare, perché ogni volta che si aprono queste pagine ci si rende conto del rischio che ogni uomo corre per la follia degli altri uomini. Vincenzo Pappalettera era un partigiano ed è stato arrestato dai nazisti nel periodo della resistenza. E come molti italiani è stato portato oltre ogni confine, in un campo di concentramento, quello di Mauthausen, in Austria. Auschwitz era in Polonia, lontano dagli occhi di ogni possibile osservatore, mentre questo campo di concentramento era vicino a Linz, a poche centinaia di chilometri dall’Italia e dalla Francia. La guerra è la guerra, ma i campi di concentramento nazisti vanno oltre la guerra, la vita degli uomini diventa un giocattolo nelle mani dei nazisti. Il libro è ben documentato, anzi l’appendice è ricchissima di lettere, di atti pubblici e privati che rendono ancora meglio il significato dei campi di concentramento. E lo stesso racconto di Pappalettera, non appassionante sotto il profilo stilistico, con un approccio da cronista, lascia a bocca aperta, non si trova certo l’enfasi narrativa di primo Levi ma i racconti danno il senso del dolore. Un libro che fa bene leggere per non dimenticare mai.… (meer)