Valeria Parrella

Un libro agilissimo, cento pagine e sei racconti brevi, tutti storie di donne, tranne uno.
Tutti personaggi amati e raccontati con piglio autorevole e occhio attento da un’autrice appena trentenne ma padrona già di uno stile personale e godibile.
Restano nel cuore la figlia di genitori illuministi (i miei coetanei, ridicolizzati con garbo e amore) che sogna una vita normale. Guappetella, un personaggio di Viviani rivisitato, che guarda le donne che volevo essere e impara. Il ragazzo che viene da un quartiere che prende il nome da una legge. Indimenticabile è Bagnoli, oggi che la fabbrica è dismessa, raccontata senza un filo di retorica, attraverso gli occhi di una donna d’acciaio. Soprattutto sono sei storie profondamente radicate nella Napoli del 2000, raccontata con spirito d’osservazione, senza risvolti da cartolina e senza squallore. E scansare il secondo pericolo era forse ancora più difficile che evitare il primo.
Raccomandato ad amanti della scrittura, perché ne vale la pena, e a chiunque volesse farsi un giro d’orizzonte sulla Napoli contemporanea… (meer)

Un racconto bellissimo, davvero di quelli (ma ce ne sono diversi) che giustifica questa raccolta. Parrella del resto è narratore di racconti; è bravissima nella misura breve, con la quale nasce come scrittore. O almeno, io la conosco da "Mosca più balena", gran raccolta, credo opera prima.
Questa storia, in particolare, è struggente e tenerissima, molto ben ambientata e splendidamente raccontata. Con una tecnica narrativa che secondo me, perdoni l'autrice, perdoni chi non ha apprezzato il finale (e da qui parte l'attenzione, aiutino e, volendo, spoiler ) è quella del narratore che è anche testimone inattendibile, cioè uno che - come chiunque in fondo - ti racconta solo la sua verità, che potrebbe non essere tutta la verità.… (meer)