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Valérie Perrin

Auteur van Fresh Water for Flowers

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Over de Auteur

Fotografie: leslivresadeuxplaces.com

Werken van Valérie Perrin

Fresh Water for Flowers (2018) 676 exemplaren
Three (2021) 174 exemplaren
Il quaderno dell'amore perduto (2017) 106 exemplaren
Olia Lialina - Net Artist (2020) 2 exemplaren
Os Esquecidos de Domingo (2023) 1 exemplaar
Życie Violette (2022) 1 exemplaar

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Algemene kennis

Geboortedatum
1967-01-19
Geslacht
female
Nationaliteit
France
Geboorteplaats
Gueugnon, France
Woonplaatsen
Normandy, France

Leden

Besprekingen

Picking up a book about a cemetery keeper made me think this would be a book only about death and grief, and while this is a book about death and grief, it’s more so a book about life. Fresh Water for Flowers shows that cemeteries are more than sedentary resting places. There’s a lot of life within her gates and beneath her trees: clandestine lovers visiting illicit graves, mischievous kids climbing over midnight gates, talk of town gossip and rumored ghouls, digging and caring and remembering and living.

Violette, a young orphan girl with a Victor-Hugo-tragic past, grows up to have a little girl named Leo—only to lose her tragically. Through nonconsecutive snapshots, we watch the pieces of Violette’s sad story unfold to an even sadder reality when her young daughter dies, but then we get to watch her bloom and come alive—mainly through Sasha’s nurturing in the cemetery garden. It’s there where she learns to live in death as a cemetery keeper, where she experiences rebirth through a burial garden and a kindred gardener.

Part philosophy, part mystery, part tragedy, Fresh Water for Flowers is a beautiful and melancholic story of a mother’s grief: “‘An anthology of great woes, small joys and hopes’” (310).
… (meer)
 
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lizallenknapp | 31 andere besprekingen | Apr 20, 2024 |
So lovely, even as it dealt with people in difficult situations. I really enjoyed how all the characters were so fully developed. I'm looking forward to reading other books by her.
 
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asendor | 31 andere besprekingen | Feb 15, 2024 |
i really really liked this, especially for the first half or so. it's definitely not for everyone, as those 300 or so pages, that i liked so much, didn't really have much happen at all. it was just language and friendship and character development. plus a wee bit of obfuscation that made me wonder where things were going, and why i was confused. i loved that.

i am not sure i loved the clarification of that confusion, but i think it was well done. it was less deeply explored, which i thought was unfortunate, and the very end seemed a bit of a cheat. but i still really liked this. the writing was enough for me. i don't think i've read a book this long mostly just for the language in a while, and i so enjoyed it. i'd definitely read her again.… (meer)
½
 
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overlycriticalelisa | 9 andere besprekingen | Feb 10, 2024 |
Ci sono alcune coordinate, sulla mappa emozionale cui questa autrice ci ha abituato a navigare, che ci toccano nel profondo. Quasi esse rappresentassero un punto di contatto tra il mondo che ci appartiene e quello immaginario del racconto. “Tre” (Edizioni E/O, 2021), non fa eccezione: è pregno di musica e musicalità (o meglio delle sue sonore citazioni), di letteratura e letture, tanto da nascondere tra le sue pagine un libro nel libro; vi si ritrova potente la ricomposizione del dolore che non si può cancellare, ma che è possibile trasformare, sorta di rimedio omeopatico per offrirsi nuovamente alla vita; la rappresentazione dell’amicizia è forte quanto mai, forse la vera interprete del lavoro di Valérie Perrin; non ultima, compare la pressante necessità di cercare un approdo sicuro, un luogo protetto, che se in “Cambiare l’acqua ai fiori” era un piccolo camposanto di provincia, qui diventa un rifugio per cani orfani (non a caso l’autrice è madrina di un rifugio per animali abbandonati in Borgogna) e rappresenta, in quella sofferta elaborazione del dolore, il luogo della rinascita.

«Mi chiamo Virginie. Di Nina, Adrien ed Étienne, oggi Adrien è l’unico che ancora mi rivolge la parola. Nina mi disprezza. Quanto a Étienne, sono io che non voglio più saperne di lui. Eppure fin dall’infanzia mi affascinano. Sono sempre stata legata soltanto a loro tre» (da “Tre” di Valérie Perrin).

Nina, Adrien ed Étienne riempiono la scena, si alternano sul palcoscenico della vita che scorre, che scivola via, dall’infanzia all’adolescenza, dalla terra di mezzo sino all’età adulta. In una scansione temporale che scorre in dissolvenza fluida come in un programma di morphing. Tutto ciò in un’atmosfera a tratti un po’ surreale ma mai finta, nel paesaggio ad acquerello della Borgogna, in un luogo fisico chiamato La Comelle. Sono in tre. Un numero quasi perfetto per questa autrice: il terzo libro (dopo “Il quaderno dell’amore perduto” e “Cambiare l’acqua ai fiori”), il titolo della colonna sonora del racconto suonata dagli Indochine (loro terzo album), il trio di amici.

Un terzetto in cui questa autrice d’oltralpe che ci fa dimenticare, e non è poco, la Violette del suo lavoro precedente, grazie ad una ispirazione profonda che, lella stessa, racconta le sia giunta dopo aver letto “Non mentirmi” di Philippe Besson, la storia di un amore intenso, segreto, assoluto, in un'epoca in cui l'omosessualità è un tabù, elementi ai quali Perrin attinge con passione, mantenendo nel suo lavoro di scrittura intimista una gentilezza che non svela l’arcano narrativo, se non dopo averci messo a confronto con la psicologia dei personaggi, con la loro sfera emozionale più profonda, con il loro passato. In un lavoro di ricerca minuzioso che, nello scorrere del tempo, pur soffermandosi poco di più in quel mondo agro dolce dell’adolescenza, intercetta ogni epoca e la fotografa con buona profondità di campo. E così facendo ridà valore alla parola, anche a quella scritta, attraverso le lettere che il nonno di Nina, ad esempio, consegna ogni giorno nel suo giro di postino, insieme ai segreti contenuti nelle stesse. Insieme alla forza della parola che qui conta.

Etienne Beaulieu è il ragazzo bello, affascinante, sfrontato nelle conquiste, tutto il contrario di Adrien Bobin, lo studente modello, introverso, all’apparenza sottomesso, gregario del primo, figlio di una madre persa negli ideali e nelle nebbie del sessantotto. E poi c’è Nina la cui mente è capace di spiccare il volo, di guardare oltre l’orizzonte, di catalizzare la reazione chimica che li rende un tutt’uno, un numero perfetto. Ogni cosa è bella, come in un favola, ma poi la vita frana sotto i loro piedi e sembra dividerli nel dolore: i misteri e le paure sulla scomparsa della fidanzatina di Etienne, Clotilde Marais, trovata tanti anni dopo in fondo ad un lago, sfumatura noir del romanzo; la disperazione di Nina per la morte del nonno che l’ha cresciuta, il fantasma della madre, la relazione tossica che la obbligherà a saltare dall’altare alla polvere; il successo di un Adrien scrittore, la cui fama sarà oscurata dai segreti e dai tormenti che egli affida alla scrittura.

“Mi chiamo Virginie. Di Nina, Adrien ed Étienne, oggi Adrien è l’unico che ancora mi rivolge la parola. Nina mi disprezza. Quanto a Étienne, sono io che non voglio più saperne di lui. Eppure fin dall’infanzia mi affascinano. Sono sempre stata legata soltanto a loro tre” (da “Tre” di Valérie Perrin).

E quando, quasi a tre terzi del libro (il tre che ritorna), la nebbia si dipana sul quarto interprete, la voce narrante di Virginie, l’amica d’infanzia che ci ha rivelato, come un narratore onnisciente, gli straordinari legami che uniscono Nina, Adrien ed Étienne, tutto ci riporta nuovamente a quel numero tre con una “sottrazione” che ci sorprende, con garbo. Con umanità. Amici, così diversi, ma così sorprendentemente uniti, complementari quasi. Anche a questo punto il racconto tuttavia non si ferma, anzi fiorisce. Lo fa in una scrittura che scorre, che non si appesantisce mai, che talvolta inciampa in qualche ovvietà e che forse si adagia un po’ troppo mollemente in una sorta di lieto fine che, non scontato e non certificato, apre tuttavia alla speranza ed alla vita, ma soprattutto a ciò che inaspettatamente la stessa è capace di offrire o di farci incontrare. Incontri che possono, talvolta, cambiarne improvvisamente il corso. E, in fondo, tutto ciò è un sollievo, perché è indubbio che questo libro eredità dal precedente la consapevolezza della fragilità della vita e dell'inevitabile elaborazione del lutto, di un domani non garantito, del valore delle scelte per restare o partire, degli affetti che sono poi le nostre vere radici.

E in questa cronaca di vite che s’intrecciano, Valérie Perrin non fugge mai dalla nostra quotidiana terrena realtà, non ne distorce la dimensione autentica, anzi la racconta attraverso i gesti semplici della quotidianità, gli sguardi di chi ci circonda, le vibrazioni che ci attraversano. Sono tanti i temi che “Tre” intercetta: quello dell’abbandono in ogni sua sfaccettatura, quello della discriminazione e dell’accettazione della diversità, il tema della violenza contro le donne. La verità è che questo libro ci mostra, con grande chiarezza, cosa sono Karma e Dharma, i due principi universali che stabiliscono gli equilibri della nostra vita ed è per questo che va letto con attenzione.
… (meer)
 
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Sagitta61 | 9 andere besprekingen | Jan 20, 2024 |

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