Jason Rosenhouse
Auteur van The Monty Hall Problem: The Remarkable Story of Math's Most Contentious Brain Teaser
Over de Auteur
Fotografie: Jason Rosenhouse
Werken van Jason Rosenhouse
The Monty Hall Problem: The Remarkable Story of Math's Most Contentious Brain Teaser (2009) 76 exemplaren
Taking Sudoku Seriously: The Math Behind the World's Most Popular Pencil Puzzle (2011) 57 exemplaren
Question Puzzles and Coercive Logic 1 exemplaar
Arithmetic Amusements 1 exemplaar
A New Look at the Monty Hall Problem 1 exemplaar
The Perils of Probability 1 exemplaar
The Muddy Children Puzzle 1 exemplaar
The Saga of the Hardest Logic Problem Ever 1 exemplaar
Knights, Knaves, and Normals 1 exemplaar
Lewis Carroll’s Game 1 exemplaar
[No title] 1 exemplaar
You Don’t Need No Algebra ! 1 exemplaar
Thinking Outside the Box 1 exemplaar
Why We Love Puzzles 1 exemplaar
Algorithmic Puzzles 1 exemplaar
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Algemene kennis
- Gangbare naam
- Rosenhouse, Jason
- Geslacht
- male
Leden
Discussies
GROUP READ - Among the Creationists in 75 Books Challenge for 2013 (september 2013)
Besprekingen
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Statistieken
- Werken
- 20
- Leden
- 255
- Populariteit
- #89,877
- Waardering
- 3.8
- Besprekingen
- 10
- ISBNs
- 20
- Talen
- 1
A me Rosenhouse è sempre piaciuto come autore, sin dai tempi del suo libro sul problema di Monty Hall; ho anche seguito i testi da lui editi sulla matematica ricreativa seria. Ma in questo caso direi che non ci siamo proprio. Il libro nasce (e scommetterei che è stato un suo pet project) per confutare gli argomenti "matematici" portati dagli antievoluzionisti: Rosenhouse è in fin dei conti un matematico, non un biologo. Io sono una persona semplice, e mi accontento di una prova circostanziale dell'evoluzione: gli organismi viventi hanno una costruzione meravigliosamente interallacciata, ma lo è in modo subottimale, come del resto afferma anche Rosenhouse. Riesce nel suo intento? Non sempre. È bravo a smascherare la matematica usata come cortina fumogena, e qui la sua metafora della matematica come formata da due binari da seguire entrambi - visione intuitiva e formulazione formale - è utile anche al di fuori di questo contesto. Mi sembra però che anche lui abbia mischiato un po' le carte nella sezione combinatorica. Rosenhouse risponde all'affermazione che le proteine usate dai viventi sono un'infinitesima parte dello spazio delle possibili proteine affermando che in fin dei conti quelle proteine ci sono, con argomenti bayesiani. Immagino che abbia fatto così perché altrimenti si dovrebbe invocare il principio antropico, che a me non infastidisce ma porta a una forma debole di Intelligent Design che evidentemente voleva evitare. A parte queste considerazioni, non mi sembra che il libro possa convincere i non-darwiniani. Proprio perché i loro argomenti sono similscientifici (non uso apposta pseudoscientifici per evitare diatribe) in quanto rivolti a persone tipicamente con scarse competenze in materia, spiegazioni di questo genere non portano a molto. Insomma Rosenhouse parla ai convertiti: ne vale la pena?… (meer)