Peter Styles

Meh... ennesimo libro che dalle premesse prometteva scintille e che dopo la lettura si è rivelato il solito libretto romance leggibile e scorrrevole ma che lascia poco o niente al lettore. Lo avevo iniziato perché affascinata dal tema trattato. Ho un debole per i protagonisti affetti da disabilità perché se ben caratterizzati possono creare una storia forte, ricca di significativo, di messaggi positivi e anche di... vita vera, mostrando la difficoltà di convincere con una disabilità in un mondo complesso come il nostro. Inutile quindi dire che scoprendo che questo libro aveva a che fare non con uno ma con ben 2 MC affetti da disabilità sono andata in brodo di giuggiole. L'idea di un MC sordo e di uno diventato muto era troppo ghiotta per lasciarmi scappare questa lettura e ora... sono triste perché nulla è andato come mi sarei aspettata a partire dai protagonisti. Luke è un infermiere sordo, un ragazzo dolce e gentile, Harrison è una super star, un cantante che dopo un incidente perde l'uso della voce. Due personaggi complessi e che in un modo o nell'altro potevano completarsi a vicenda. Era affascinante l'idea di avvicinare un cantante con un ragazzo nato sordo e quindi che non aveva mai avuto modo di conoscere la sua musica e ascoltarla, un cantante che di colpo si ritrova senza la possibilità di cantare, di fare quello che lo contraddistingue e che lo rende speciale. Una vicenda che avrebbe potuto portare momenti forti di dolore, rabbia, paura e invece... nulla. Luke nonostante sia sordo non ci viene mai mostrato come persona in difficoltà, si sente a disagio? Ok ci sta, è stato adottato da una famiglia adorabile? Perfetto ma... non ci viene mai mostrato il difficile ruolo di una persona disabile in un ospedale né i problemi di intolleranza nei suoi confronti, tutti lo amano ed accettano e Harrison? Lui dovrebbe essere distrutto dal dolore, la musica è la sua vita, la voce è la sua vita e strumento con cui si mantiene e si guadagna la pagnotta ogni giorno, i suoi fan amano la SUA VOCE dovrebbe dare di matto, impazzire, odiare tutto il mondo per aver perso una parte della sua anima e invece... si prende una sbandata per il primo dolcetto che passa, l'infermiere sexy e tenero che lo tratta bene e a cui dichiara in tempo zero il suo amore e Luke? Si comporta come un ragazzino prima accettando la corte, poi rompendo perché non si conoscono abbastanza, poi tirando in ballo la professionalità, poi sbavando ecc I due mc non hanno problemi neppure a comunicare o farsi capire quindi...tutto si riduce a una love story classica e noiosa. Un vero e proprio insta-love condito con un po' di disabilità neppure approfondita, la disabilità come semplice elemento per rendere il libro gustoso e acquistabile perché diverso dal solito. E per non farci mancare nulla via di finti drammi da film su Canale 5 con i due che litigano, si mollano, ma si amano, ma si confessano, ma tornano insieme e vissero felici e contenti per sempre. Sapevo che visto il numero di pagine non mi potevo certo aspettare la divina commedia ma QUALCOSA... quello si...non troviamo neppure un piccolo, misero accenno ad un tentativo di denunciare comportamenti intolleranti verso la disabilità visto che i mc vengono accettati e amati da tutti, non si parla della difficoltà di riprendere in mano la propria vita dopo aver perso la propria voce/mezzo di sostentamento, non si parla dell'ipocrisia dell'ambiente musicale che ti caccia a calci in faccia per non essere più adatto a ricoprire un ruolo, non si parla di coming out, non si parla di... niente! Ci sono solo due amanti e...stop. L'innamoramento poi è penoso, Luke sbava fin da subito sul bel cantante e lui...dichiara amore come se fosse la cosa più normale del mondo, dopo neanche due settimane di conoscenza. Non ho sentito l'amore e la complicità tra i due e nonostante non mi siano dispiaciuti come personaggi e mi siano piaciute alcune parti più dolci soprattutto all'inizio (come quando Harrison impara a dire grazie con la lingua dei segni ad esempio per poter ringraziare l'infermiere correttamente) e la storia sia stata anche scorrevole e abbastanza piacevole da leggere...non mi è rimasto nulla! Domani probabilmente la dimenticherò e dimenticherò pure il nome dei protagonisti (Harrison per tutto il tempo l'ho chiamato Hamilton!) ed è un vero peccato perché ci troviamo di fronte la millesima storia non sviluppata e con il potenziale a mille. Sinceramente? Sconsigliata! Leggetela solo se non vi dispiace un romance dolcetto e con qualche momento erotico qua e là ma non aspettatevi miracoli, non aspettatevi che la disabilità dei protagonisti sia importante per la storia.… (meer)

I’m really struggling with this review. On the one hand, it had an interesting overall concept. Kyle’s mother recently passed, he has some guilt or depression (or so I assume) surrounding that, and his relationship with his sister is poor. He’s having trouble finding a job and sees an comment posted by a high school friend looking for a ranch hand. He goes to work there, falls in love, and all is well in the land of cowboys.

Unfortunately, there were too many things that threw me out of the story. In the beginning, Kyle calls AJ “Allen Jr” all the time. AJ tried to correct him, but it takes time for him to get it right. I feel like he was calling him Allen Jr to distinguish him from the father who was Allen Sr, but I have a hard time believing that he was called Allen Jr all through his youth. Since they were supposedly friends in school, you’d think he’d be able to nail the nickname. Another thing that bothered me was that AJ called him Robbins the WHOLE TIME. Now, I get that you grow up with nicknames and that you use them forever. Totally get that. It did, however, seem a little impersonal during intimate moments.

I also had a very hard time liking Kyle. He was rude for no reason, especially to the father. He was a guest in their home and was not pleasant. I didn’t like his attitude most of the time, primarily toward AJ when he was pretending nothing was happening.

What I did like was AJ. He was such a sweetheart. He bent over backwards to make Kyle comfortable and happy. He was always happy and doing whatever he could for everyone else. He was a stand up guy who deserves all the happiness in the world.

I listened to this in audio, and perhaps that is one thing that made me not love it as much. The narrator did a great job of differentiating voices and telling the story, but I wonder if I would have read some of Kyle’s responses and reactions a little less rude without hearing attitude. Im not sure. The narrator was new to me, though, and I would listen to him again.

I am voluntarily reviewing an ARC provided by LesCourt Author Services … (meer)