Afbeelding auteur

Mario Vegetti (1937–2018)

Auteur van Quindici lezioni su Platone

36+ Werken 144 Leden 2 Besprekingen

Over de Auteur

Bevat de naam: Mario Vegetti

Werken van Mario Vegetti

Quindici lezioni su Platone (2003) 25 exemplaren
L'etica degli antichi (1989) 17 exemplaren
Il coltello e lo stilo (1987) 12 exemplaren
La medicina in Platone (1995) 3 exemplaren
Storia della filosofia antica (2016) 3 exemplaren
Polis e economia nella Grecia antica — Auteur — 3 exemplaren
Polis e economia nella Grecia antica — Redacteur — 3 exemplaren
L' ‰età antica e medievale (2012) 2 exemplaren
A Ética dos Antigos (2015) 2 exemplaren
1: Filosofia antica e medievale (2008) 2 exemplaren
Filosofie e societa 1 exemplaar

Gerelateerde werken

De Republiek (0380) — Redacteur, sommige edities; Introductie, sommige edities; Vertaler, sommige edities21,905 exemplaren
The Cambridge Companion to Early Greek Philosophy (1999) — Medewerker — 164 exemplaren
Lire Platon (2003) — Medewerker — 6 exemplaren

Tagged

Algemene kennis

Geboortedatum
1937-01-04
Overlijdensdatum
2018-03-11
Nationaliteit
Italia
Geboorteplaats
Milano, Italia
Beroepen
Docente universitario

Leden

Besprekingen

Al liceo, in tre anni ebbi tre diversi insegnanti di filosofia. Il primo, G.Z. (veneto, sbarbato, cattolico) lasciava alquanto a desiderare. Il secondo, A.R. (altoatesino, barbuto, comunista) non era poi così male. Il terzo, F.F. (napoletano, ancora più barbuto e ancor più comunista) non valeva proprio nulla. La materia mi parve irrimediabilmente confusa e inconcludente, e, finito il ciclo di studi, la abbandonai completamente.

Solo dopo molti anni ebbi un risveglio d'interesse per la filosofia. Un po' perché mi sono reso conto che, non sapendone nulla, mi mancano i riferimenti culturali per capire parecchie cose. Ma anche un po' (anzi, almeno altrettanto) per il sentimento di mancanza di senso che mi affligge, e la ricerca di senso, di una comprensione complessiva dell’universo e della condizione umana, è una parte essenziale di questa disciplina.

Alcune persone scelgono, in modo più o meno consapevole, una certa attività o un certo obiettivo, o se ne lasciano scegliere in modi che possono restare misteriosi e inesplicabili anche a loro stesse, e ne fanno lo scopo e il riempimento della loro vita, e a volte da questa particolare attività sono veramente assorbite e dominate e ci si impegnano con tutte le loro forze: è ciò che si dice passione, e se questa passione è, oltre a ciò, benefica per loro stesse e per gli altri, possono ben dirsi fortunate e felici. Ma questo a me non è mai successo: una vera passione non l’ho mai incontrata. Molte persone cercano senso nella religione, e alcune lo trovano; ma io non ho il senso del sacro, del soprannaturale o del trascendente e la religione, per quanto importante nella vita di molti e nelle società umane, è una cosa che non capisco, mi è estranea e non mi dice nulla. Provo allora con la filosofia, anche se le risposte che fornisce sono incerte, parziali, magari oscure, sempre soggette a confutazione o a revisione, o addirittura vane e disperate. Anche dopo tre millenni o quasi di speculazioni, non sembra che sia stata raggiunta qualche certezza in quella ricerca di comprensione di cui dicevo prima; forse si può solo scegliere, fra le innumerevoli e svariate opinioni che quella ricerca ha prodotto, qualcuna che appare meno incerta.

Comunque sia, da un po' di anni ho ripreso a fare un po' di letture filosofiche, sparse e disordinate, nonostante la forte difficoltà che trovo nella disciplina. Ed ecco che sono stato attratto da questo libro: la riedizione di un celebre manuale (pubblicato negli anni settanta del secolo scorso) per i licei, quindi adatto per uno studio allo stesso tempo introduttivo e sistematico, di base ma non troppo superficiale o leggero.
Mi ha attratto la sua impostazione: collocare lo sviluppo delle dottrine nel loro contesto storico e sociale, accennare anche ad altri aspetti della cultura circostante, e il rilievo dato alla scienza. Questo è ben diverso dall'approccio tradizionale che presenta la materia come una successione di autori teorie e scuole in modo isolato, come una disciplina che sembra un po' come un gioco intellettuale astratto dalla realtà, come una successione di opinioni che si elidono vicendevolmente l'una dopo l'altra.

Queste caratteristiche sono esplicitamente presentate nell'introduzione. Ma a pagina 5 si precisa che con "il termine «ideologia»... si designano concezioni del mondo, della storia, della vita... che esprimono interessi, bisogni, aspirazioni dei diversi gruppi sociali e dei pensatori che li rappresentano... ogni gruppo sociale non può fare a meno di produrre, nel corso della sua vicenda storica, concezioni generali che ne esprimano i punti di vista e le prospettive specifiche. Il compito di elaborare e sviluppare tali concezioni spetta, nelle diverse società, ad una gamma assai vasta di ruoli sociali e dei rispettivi rappresentanti (poeti, artisti, sacerdoti, filosofi, scienziati, ecc.)". Questo è scritto in una nota a piè di pagina come a sminuirlo, ma è uno dei criteri portanti di questo libro. Gli sviluppi del pensiero filosofico antico sono sempre introdotti con cenni alla situazione storica e alle caratteristiche della società nei vari periodi, e degli autori esaminati si mette in evidenza la collocazione sociale, che viene collegata alle rispettive dottrine e anzi è vista come una delle loro origini. Ad esempio, le dicotomie concettuali del filone aristocratico-sacerdotale sembrano riflettere la visione dicotomica della società propria delle classi alte; la fioritura della sofistica viene collocata nell’ambiente della polis del V secolo (ma specialmente Atene) con la sua partecipazione politica “di massa”; l’enciclopedismo aristotelico viene presentato come una dottrina che accetta e descrive la società così com’è, in un momento in cui la filosofia aveva perso la sua influenza sul potere, di contro all’impostazione platonica della filosofia come guida per la trasformazione della società, che aveva senso prima, quando quell’influenza poteva ancora esserci; o ancora, delle filosofie ellenistiche si nota l’aspetto “consolatorio” e centrato sull’individuo, in una società dove il cittadino era ormai ridotto a suddito. E così via. Io non so valutare la validità di quest'approccio, che mi sembra abbia qualcosa del marxismo, ma l'ho trovato molto interessante.

E altri aspetti ho trovato altrettanto interessanti: ad esempio le osservazioni sulle forme assunte dai testi filosofici nei vari periodi (la trasmissione orale, la rivelazione, il dialogo, il trattato, il commento), o quelle sulle conseguenze dell'istituzione della Biblioteca e del Museo di Alessandria e sulla fioritura e le caratteristiche della scienza ellenistica, o sul rapporto tra sapere e potere.

Quest’approccio mi ha anche lasciato qualche dubbio, però. Ad esempio tutta la parte che va dalle origini a Platone compreso è interpretata in base alla contrapposizione "acropoli-agorà": dove l'"acropoli" rappresenta l'aristocrazia terriera e sacerdotale, la tradizione, i "conservatori", e l'"agorà" rappresenta il resto della società, commercianti, artigiani, ex contadini, stranieri, ecc., insomma tutti gli altri; una parte della società più aperta ai cambiamenti, alla pratica alla scienza e alla razionalità, insomma "progressista". Di nuovo, io non so valutare la validità di questa interpretazione storica. Tutte le società umane, tranne forse le più piccole e primitive, contengono differenziazioni e conflitti tra gruppi e classi. Ma è corretta questa interpretazione della società della Grecia antica? Non lo so. Ma mi è venuto da chiedermi se non sia, almeno un po', una proiezione nel passato di una contrapposizione sociale del presente (del presente in cui è stato scritto il libro; a proposito: è da considerarsi un testo datato? valido solo come testimonianza storica? Di nuovo, non lo so).

Mi sono concentrato sul contorno, ma naturalmente ci sono anche le dottrine: dalla visione un po' ingenua dei naturalisti ionici alle vertigini metafisiche dei neoplatonici, dalla tensione platonica verso quell'altro mondo perfetto alla macchina aristotelica per l'interpretazione di questo mondo, e tutte le altre.

Il capitolo 10 sulle filosofie ellenistiche sembra più un commento che un'esposizione. Qua e là mancano un po' di dettagli (ma includendoli forse il testo sarebbe diventato troppo voluminoso). Ma in complesso è ben organizzato e chiaro, anche se forse un po' difficile per i destinatari originari (studenti sedicenni). E certi passaggi li ho trovati difficili anch'io. Ed è scritto in un ottimo italiano.

Non posso dire di aver veramente acquisito la conoscenza (di base e sistematica) che cercavo, ma almeno un'infarinatura sì; comunque dipende da me e dai miei limiti, dalla mia mancanza di energia e di persistenza, dalla mia superficialità e disattenzione, e magari anche dalla mia pigrizia. Ma la colpa è mia e non di questo manuale, che secondo me resta un buon testo e mi è piaciuto.

(Ovviamente la qualità dell'insegnamento dei tre professori citati all’inizio non aveva nulla a che fare con la loro origine regionale, il loro aspetto o il loro orientamento ideologico. Ho scritto quelle cose solo per caratterizzarli un po'.)
… (meer)
 
Gemarkeerd
Oct326 | Sep 7, 2019 |
Opera monumentale che con grande profondità accuratezza, competenza e professionalità esplora il sapere. Dovrebbe essere presente nelle biblioteche di chiunque dà ancora valore alla cultura e alla conoscenza.
In fondo ... "fatti non foste come bruti ...."
 
Gemarkeerd
dddedalus | Sep 24, 2011 |

Misschien vindt je deze ook leuk

Gerelateerde auteurs

Statistieken

Werken
36
Ook door
5
Leden
144
Populariteit
#143,281
Waardering
3.9
Besprekingen
2
ISBNs
35
Talen
7

Tabellen & Grafieken