(Come inizia:) " Arianna era esattamente il genere di ragazza di cui avrebbe potuto innamorarsi. Doveva darsela a gambe e sparire, prima che fosse troppo tardi. Mancava meno di un'ora all'appuntamento e al solo pensiero starnutì. Ecco, l'avrebbe chiamata per comunicarle che un raffreddore contagioso impediva al suo naso di cenare con lei..."

Uno di quei libri di cui tra qualche settimana saprò solo che l'ho letto senza che dentro me ne sia rimasta manco una virgola.
Sì, decisamente troppo coelhizzante per poter toccare le mie corde: non mi interessa nulla che sia spirituale, né supposti cammini o percorsi dell'anima, cancelli e soglie da varcare.

La terza stella l'ha guadagnata sul finale, perchè gran parte del libro mi è piaciuto poco.
La vicenda è troppo surreale per i miei gusti ed ho faticato a stargli dietro. Ogni tanto vengono seminati spunti di riflessione che, al di là di alcune frasi da Baci Perugina, mi hanno colpita.
Poi la parte finale, forse ovvia e scontata, che però mi è piaciuta, dove ho trovato più "solidità" e parole che mi hanno vibrato dentro. Ho anche intravisto l'autore affacciarsi verso il nuovo libro mettendo a nudo episodi chiaramente autobiografici.
Forse troppe aspettative, Gramellini mi piace e davo per scontato che sarebbe stato lo stesso per i suoi libri. E' il primo che leggo e non voglio ripetere l'errore fatto approcciandomi a L'ultima riga delle favole. Abbasso le aspettative e, in questo caso, non parto prevenuta: ho cominciato Fai bei sogni. ( )

Letteratura italiana XXI secolo