Il quarto libro di Zerocalcare, “Dodici”, è particolare perché parla di zombi, genere inconsueto per l’autore romano. Ma tranquilli, Zombi a Rebibbia, il quartiere romano continua a regnare sovrano, cambia l’ambientazione, ma non troppo, l’autore è abitudinario, altro che. E infatti proprio in questo albo, breve rispetto alla foliazione tipica di Zerocalcare, in cui fatti nazionali si sovrappongono a episodi di borgata, Rebibbia si impone come ombelico del mondo, altro che Nuova York. In questa sorte di apocalisse da borgata, tra l’altro, Zerocalcare anticipa il tema del contagio, il timore del contatto con l’altro, la quarantena come sistema di vita. L’intelligente capacità di Zerocalcare di trattare temi complessi con disarmante semplicità, dai conflitti internazionali alle prevaricazioni del vicino di casa, rende il libro, al solito, godibilissimo. ( )

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