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Dove è finito il talento di Camilleri?
Faccio fatica a ritrovare nelle opere più recenti il Camilleri di un tempo, quello de La scomparsa di Patò o del ciclo "magico" (Il casellante ed Il sonaglio).
Questi racconti non possiedono né la complessità né la cupezza dei romanzi storici, sono "cartoline" d'antan, scanzonate, un po' scostumate, ottimistiche e prive di riferimenti all'attualità. Sembra quasi che Camilleri stia cercando di riconquistare i lettori filoberlusconiani.
E' proprio un peccato che Camilleri abbia sprecato la vicenda di "Due scarpe", quella de "L'uovo sbattuto" (la più cupa e la più vicina al filone "magico") o la beffa de "La Regina di Pomerania" in tre raccontini, quando avrebbero potuto trasformarsi in ottimi romanzi.
"La lettera anonima" è forse il meno riuscito tra tutti, perché non solo non spiega l'epidemia di lettere anonime, ma si conclude anche con il trionfo stucchevole dei buoni sentimenti. "Di padre ignoto" è un po' troppo melodrammatico e la conclusione, di nuovo all'insegna del "volemose bene", è poco convincente.

Romeo e Giulietta **
I duellanti **
Le scarpe nuove ***
La Regina di Pomerania ***
La lettera anonima **
La seduta spiritica **
L'uovo sbattuto ***
Di padre ignoto ** ( )