La badessa di un convento cistercense intreccia una relazione con il suo vescovo, e ne ha segretamente un figlio. Il fatto però viene scoperto e i due vengono processati. La storia di questo scandalo cinquecentesco, aggiustata a scopo edificante dalle cronache che l'hanno tramandata, piacque a Stendhal che ne trasse spunto per una delle sue narrazioni più famose. Basato sugli atti originali del processo, ritrovati dopo secoli, questo libro ricostruisce la vera storia del vescovo e della badessa restituendo un vivido spaccato del mondo e delle circostanze nelle quali lo scandalo maturò, e mostrandoci cosa fossero la vita claustrale e il dramma delle monacazioni forzate, così come le strategie difensive e le sofferenze di chi cercava, affannosamente, una via d'uscita da un destino già segnato.

In 'The Abbess of Castro', Stendhal tells the tragic story of Elena de' Campireali, only daughter in a wealthy 16th century Italian family, and her lover, a brigand named Giulio Branciforte. Stendhal describes the setting in great detail, explaining the influence of wealthy families, their relationship to Rome and the Church, the political allegiances among the brigands, and the particular geography of the Alban Hills in Italy. Sometimes this level of detail seems unmotivated, as when the Abby architecture or a battle formation is described, but later many of these details are shown to have been significant. I found this explanatory prose style to be a bit off-putting, breaking from the narrative too often for my taste, but it did provide vivid depictions of critical scenes and it clarified some complicated character motivations. ( )