L'uomo soloSi riunivano all'aperto, ora che la stagione lo permetteva, attorno a un tavolinetto del caff#65533; sotto gli alberi di via Veneto.Venivano prima i Groa, padre e figlio. E tanta era la loro solitudine che, pur cos#65533; vicini, parevano l'uno dall'altro lontanissimi. Appena seduti, sprofondavano in un silenzio smemorato, che li allontanava anche da tutto, cos#65533; che se qualche cosa cadeva loro per caso sotto gli occhi, dovevano strizzare un po' le palpebre per guardarla. Venivano alla fine insieme gli altri due: Filippo Romelli e Carlo Spina. Il Romelli era vedovo da cinque mesi; lo Spina, scapolo. Mariano Groa era diviso dalla moglie da circa un anno e s'era tenuto con s#65533; l'unico figliuolo, Torellino, gi#65533; studente di liceo, smilzo, tutto naso, dai lividi occhietti infossati e un po' loschi.L#65533; attorno al tavolino, dopo i saluti, raramente scambiavano tra loro qualche parola. Sorseggiavano una piccola Pilsen, succhiavano qualche sciroppo con un cannuccio ...