Finché l'economia regge, una democrazia matura e garantita dai poteri finanziari, dove il mondo dei partiti ha finalmente cessato d'incutere ragionevoli timori per la vita, la libertà, i beni della gente, ma dove non ha più nemmeno suggestive mete e speranze (spesso disastrose, come fu per noi la breve illusione dell'Impero
conclusasi nella sconfitta, per altri la dittatura salvifica del proletariato travolta nel crollo d'un muro) da comunicare, potrà forse concederci il lusso riilascimentale d'un relativo distacco dalla politica, come prevede Angelo Panebianco,85 e una più spensierata attenzione verso altri interessi: e non solo per i guadagni, ma per il sesso, l'arte, i viaggi, lo spettacolo, il calcio, un po' di religione e un crescente appassionamento per la cucina (ultimo idealtipo della sinistra il cuoco Gianfranco Vissani, dopo le rivendicazioni sociali sollecitate nel nome di Marx e le libertà sessuali reclamate abusando di Freud), quale non solo nuova ma anche tradizionale espressione - per quel che ne resta - della cultura italiana.