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Murtra | Sep 10, 2021 |
Uno sguardo retrospettivo sugli ultimi cinquant'anni di storia italiana e sul carattere degli italiani dal punto di vista dell'"eterno fascismo" presente in Italia, secondo Bocca, prima e dopo la parabola del fascismo storico.
 
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BiblioLorenzoLodi | Jun 14, 2021 |
Un libro datato ma sempre attuale sul quale ritornerò non appena possibile ...
 
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AntonioGallo | 1 andere bespreking | Nov 2, 2017 |
Un libro datato ma sempre attuale sul quale ritornerò non appena possibile ...
 
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AntonioGallo | 1 andere bespreking | Nov 2, 2017 |
Un libro che esce cinque anni dopo la morte del suo autore. Il libro inedito che finalmente viene dato alle stampe? L'impressione è che si tratti di una furbesca operazione editoriale: delle 121 pagine solo le prime 76 riguardano la vicenda della banda Cavallero, la seconda parte è dedicata ai gangster di Milano, che con Cavallero c'entrano come i cavoli a merenda. Una cucitura di testi, una presa in giro del lettore e della memoria dell'incolpevole Giorgio Bocca.
Da Feltrinelli non me lo sarei aspettato.
 
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Silenziodoro | Jul 16, 2017 |
“Ma come può un italiano separarsi dall’italianità, come dissociarsi dagli italiani se la nostra anormalità è la nostra costituzione fisica e mentale.”

In questo saggio, Giorgio Bocca, con la consueta lucidità e precisione cui era uso nei suoi libri, parla dell’Italia, degli italiani, e della classe politica sopravvissuta al ciclone di mani pulite. E non ne parla, purtroppo, per sottolineare il risultato rivoluzionario di quella grande stagione ma, con profondo dispiacere, per ammettere il fallimento di quella che si rivelò a suo tempo come un’occasione persa per fare finalmente un po’ di pulizia nel sistema Italia e constatando che il grande apparato di corruzione che gestiva la finanza italiana rimase praticamente intatto; dichiarando infine di non capire gli italiani, strana gente, che sembra si trovino meglio quando c’è il torbido e l’intrallazzo a governarli, ma senza arrivare a dare risposte che non siano quelle legate ai vari miti della cialtroneria italiana, come indicato anche dalla riflessione del titolo.
Mito confermato, tanto per finire, dal giornalista stesso nella sua cronaca all’indomani di una delle imprese/stronzate leghiste che imperversavano all’epoca, vedi la cerimonia alle sorgenti del Po e simili, definendo Bossi un “fregnacciaro”, epiteto che rispecchiava perfettamente la personalità del leader leghista di allora…
 
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barocco | May 29, 2017 |
La ricostruzione della breve e intensa vicenda storica di Salò porta Giorgio Bocca a concludere « che il fascismo, anche nel suo momento crepuscolare, fa parte della storia patria», e che «non è vero, come ha sostenuto per proprio. comodo la prima storiografia di sinistra, che il fascismo è stato null'altro che strumento della reazione agraria e industriale, mazziere dei padroni; è stato anche questo, certamente, ma se è vissuto come regime e se è riuscito a sopravvivere nei venti mesi di Salò, è perché ha avuto anche dei consensi popolari, perché popolare non significa sempre progressista e socialista. Vi sono stati degli italiani che hanno partecipato con sincero consenso al fascismo di regime anche senza appartenere alle classi agiate, e ce ne sono stati che hanno seguito Mussolini a Salò anche se avevano tutto da perdere e niente da guadagnare ».
Visti in questa luce gli avvenimenti, spesso disperatamente infami, della repubblica di Mussolini trovano il loro coerente senso storico nei legami con gli sviluppi precedenti del regime, nella tragedia comune al resto d'Italia, nel ruolo giuocato a fianco di Hitler.
 
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BiblioLorenzoLodi | Sep 12, 2014 |
Con la stessa forza narrativa che caratterizzava la Storia dell'Italia partigiana, Giorgio Bocca affronta nella Storia d'Italia nella guerra fascista - uscito per la prima volta nel settembre 1969 - la partecipazione italiana al secondo conflitto mondiale. Pur dedicando ampio spazio alla ricostruzione delle vicende militari, Bocca traccia soprattutto un ritratto della società italiana negli anni 1940-43. E' questa l'idea centrale dell'opera: la seconda guerra mondiale ha messo in luce il divario, occultato da vent'anni di retorica fascista, tra una società e una cultura ancora sostanzialmente preindustriali e il mondo delle tecnologie sviluppate, della cultura scientifica, che apparteneva al nemico e all'alleato.
"Una storia di cose e di uomini a volte eroici, spesso mediocri, dentro una tragedia epocale che ha visto il tramonto del dominio europeo nel mondo, la fine dei nazionalismi in Europa, l'avvento delle superpotenze e dell'equilibrio del terrore atomico, fino all'attuale crisi delle democrazie."

INDICE: I. L'alleanza; II. Regime e industria; III. La "non belligeranza"; IV. La cultura impotente; V. L'esercito; VI. Marina e aviazione; VII. L'intervento; VIII. La battaglia delle Alpi; IX. L'impero in guerra; X. Guerra sul mare; XI. Guerra alla Grecia; XII. La débacleaeronavale; XIII. Inverno di sconfitte; XIV. I tedeschi in Africa; XV. Con i tedeschi ad Atena; XVI. La fine dell'impero; XVII. Guerra alla Russia; XVIII. I mesi dell'equilibrio; XIX. L'occasione unica; XX. L'Italia del dubbio; XXI. La cambiale contadina; XXII. Le terre di conquista; XXIII. L'economia asfittica; XXIV. Via dalla Libia; XXV. La disfatta in Russia; XXVI. Il crollo interno; XXVII. La guerra in Italia e il colpo di stato; XXVIII. L'armistizio.
 
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BiblioLorenzoLodi | Nov 24, 2013 |
Settant'anni di vita italiana raccontati come in un romanzo autobiografico. Dalla guerra partigiana al dopoguerra, al Sessantotto, agli anni di piombo, la mafia, l'assassinio del generale Dalla Chiesa, la storia minore e quella maggiore d'Italia, personaggi poco noti, ma significativi, la cui vita si intreccia come in un romanzo con quella dei grandi personaggi.
 
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BiblioLorenzoLodi | Jul 9, 2012 |
Ampia raccolta di testimonianze, interventi, resoconti e commenti che rendono bene l'incalzare degli eventi, documentati anche da un grandissimo numero di foto e cartine geografiche.
 
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BiblioLorenzoLodi | 2 andere besprekingen | Apr 18, 2012 |
Ampia raccolta di testimonianze, interventi, resoconti e commenti che rendono bene l'incalzare degli eventi, documentati anche da un grandissimo numero di foto e cartine geografiche.
 
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BiblioLorenzoLodi | 2 andere besprekingen | Apr 18, 2012 |
Ampia raccolta di testimonianze, interventi, resoconti e commenti che rendono bene l'incalzare degli eventi, documentati anche da un grandissimo numero di foto e cartine geografiche.
 
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BiblioLorenzoLodi | 2 andere besprekingen | Apr 18, 2012 |
Libro del primo dopoguerra. Descrittivo, fedele ricostruzione della vita partigiana nel cuneense, vissuta in prima persona
 
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permario | Nov 12, 2009 |
Un libro essenziale per capire la Resistenza in Italia.
Non retorico, non indulgente, preciso e tagliente.
 
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qoluk | Apr 13, 2008 |
Il fenomeno-Berlusconi è il segnale di un'involuzione politica più generale, di una degenerazione della democrazia che coinvolge non solo l'Italia, ma tutto il mondo occidentale. Mentre alcuni aspetti del fenomeno possono apparire folcloristici, altri non lo sono affatto, e sono anzi l'anticamera di una qualche forma postdemocratica di società: ne sono un esempio il governare, secondo il giornalista, esclusivamente per i propri interessi, l'uso sistematico della menzogna, la demonizzazione degli avversari, lo screditamento di tutte le istituzioni, la furia di produrre a ogni costo leggi nuove che eliminino le tracce del sistema precedente.

La chiave del libro è nel considerare Silvio Berlusconi come un fenomeno non strettamente italiano, ma come il prodotto di una degenerazione della democrazia in atto in tutto il mondo occidentale: dall'America di Bush e del caso Enron, alla Francia in cui la sinistra vota in massa per Chirac trascurando l'opposizione a Le Pen, all'Inghilterra pseudolaburista di Blair, all'Austria di Haider fino all'Olanda di Fortuyn. Berlusconi è il sintomo italiano di una malattia mondiale che si può individuare in buona parte nel dominio assoluto del denaro sulla politica e nel liberismo sfrenato. In questa visione, il governare esclusivamente per i propri interessi, l'uso sistematico della menzogna, la demonizzazione degli avversari, lo screditamento di tutte le istituzioni e i poteri autonomi, la furia di produrre a ogni costo leggi nuove che eliminino le tracce del sistema precedente, sono l'espressione di un'anomalia italiana che sta dentro la generale anomalia di tutte le democrazie occidentali. Mentre alcuni aspetti del fenomeno Berlusconi possono apparire folcloristici, la sua sostanza non lo è affatto, ma è anzi l'anticamera di una qualche forma postdemocratica di società che non sarà probabilmente un regime con tanto di lager e polizia segreta, ma neppure la società aperta che sembrava a portata di mano dopo la fine della Guerra fredda.
 
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MareMagnum | May 12, 2006 |
Il tassista che dall’aeroporto di Capodichino conduce Giorgio Bocca in città non ha inserito il tassametro. Non è che voglia rubare molto sulla corsa, uno o due euro, purché sia lui a deciderlo, lui che è più intelligente del forestiero. Da questa equiparazione tutta meridionale tra intelligenza e furbizia, tra saper vivere e arte di arrangiarsi (spesso a scapito dell’interesse collettivo), da questa “maledetta presunzione individualista per la quale un napoletano è pronto a dannarsi€?, inizia il viaggio di Giorgio Bocca per le strade di Napoli. Tornano alla mente certi ristoratori veneziani anch’essi spesso truffaldini con il “forestoâ€?, lo straniero, al quale si rivolgono in dialetto stretto per non farsi capire. Come a Napoli, dove la gente sembra non aver accettato la ripartizione napoleonica in quartieri, strade e numeri civici e dice ancora “’ncoppa, abbascio, affianco, vicinoâ€? a qualche luogo riconoscibile a occhio, a tatto, a odore. Questa è Napoli, dice Bocca, ma questa è pure l’Italia, aggiunge. Con la sua diffidenza per lo straniero forse perché “incompatibile con l’ambienteâ€? come hanno detto al procuratore Agostino Cordova prima a Palmi, nel Far West della Calabria dominato da 54 clan della ‘ndrangheta, e ora a Napoli dove risiede, emarginato da una giustizia ipocrita e vile che lo ha abbandonato perché lui ha osato inquisire la massoneria o spazzare via il contrabbando dalle strade, perseguendo una giustizia impossibile.
Quella che emerge dallo sguardo lucido dell’esperto giornalista piemontese è una regione chiusa e arroccata sulle sue logiche di malaffare, che scoraggia la concorrenza e gli investimenti esterni. Perché le famiglie della camorra, che con le loro aziende hanno costruito interi paesi da ottantamila abitanti (come Portici ed Ercolano), o che lavorano nel Casertano su ogni genere di appalti dalla velocità ferroviaria alle case e alle strade, costituiscono un sottopotere che funge da grande ammortizzatore sociale che i politici rispettano e dal quale sono spesso corrotti.
Napoli muore di illegalità, clientelismo e abusivismo, scrive Bocca, perché a San Gregorio Armeno tra gli abusivi del mercato c’erano pure i dipendenti del Comune e perché gli stessi dipendenti della Pubblica Amministrazione sono assunti il quintuplo del necessario. Ma la buona borghesia partenopea non si guarda in casa, mira a Londra e Parigi, al massimo va ad inaugurare la mostra dei pittori nella metropolitana e crede ancora nella “primavera di Bassolinoâ€? che, scrive Bocca, dopo essere stato un buon sindaco, ora da Governatore della Campania non sa far altro che moltiplicare Commissioni, sottopoteri e burocrazie inutili e dispendiose dei pubblici denari. Un Bassolino vittima anch’egli di quell’individualismo napoletano che lo porta a pensare che “se un intrallazzo lo fa lui sarà a fin di bene e riuscirà a controllarloâ€?. Individualismo italico in verità, che fa di noi quel popolo di “anarchici pecoroniâ€? come ci chiama Roberto Gervaso e che, come ebbe a dire il grande Indro Montanelli, ha tolto ai meridionali la forza e la voglia di progettare il futuro e di guardare al di là del giorno dopo.
 
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MareMagnum | Jan 24, 2006 |
La resistenza in val d'Ossola
 
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fortunae |
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