Michele Masneri

Non solo Arbasino, quasi un nuovo Tom Wolfe, verrebbe da dire (soprattutto perché quest'ultimo scrisse anche di Silicon Valley e perché Masneri lo cita esplicitamente un paio di volte). Il tono, il ritmo, la cura del linguaggio: Masneri usa la lingua con scioltezza e libertà (vedi l'uso non fastidioso degli inglesismi) e un reportagista brillante: fotografa un contesto e un'epoca esplorando una delle più portenti mitologie contemporanee - la valle della tecnologia e delle startup - trovando il modo di allargarsi, con libertà, verso quello che apparentemente sta al margine ed è invece sostanza, guidando il lettore in una lettura che procede vorace, anche grazie ai brevi capitoli. Meriterebbe di essere tradotto e letto anzitutto dagli americani. Forse è un po' un "instant book" rispetto agli anni '20, ma letto retrospettivamente, magari non fra 5 ma 10 o 20 anni, avrà comunque un valore forte di documentazione e stile (come Wolfe, come Didion).… (meer)