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Carlo Petrini (2) (1948–2012)

Auteur van Nel fango del dio pallone

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Werken van Carlo Petrini

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Algemene kennis

Geboortedatum
1948
Overlijdensdatum
2012-04-16
Geslacht
male
Nationaliteit
Italy
Land (voor op de kaart)
Italia
Geboorteplaats
Monticiano, Italy
Plaats van overlijden
Monticiano, Italy
Beroepen
football player
football coach

Leden

Besprekingen

All’estremo opposto di ‘Splendori e miserie del gioco del calcio’ sta questo lungo memoriale di un goleador di buona qualità tra serie A e B negli anni Sessanta e Settanta travolto dal primo processo sul calcio-scommesse e poi da uno sconfinato egoismo. La sua parabola va dalla miseria alla miseria e queste pagine sono una specie di doloroso cilicio per la propria umana bassezza, così che forse è necessario fare qualche tara, ma il racconto spietato del mondo del calcio visto andando oltre le limitazioni sovente create dallo stesso universo pallonaro – ‘lo spogliatoio è sacro’ – è davvero impressionante. Petrini nasce povero e si fa travolgere dall’improvviso benessere regalatogli dal saper buttarla dentro: le mani diventano bucate, i cambi di macchina compulsivi e il via vai di donne (soprattutto altrui) incessante. Oltre che come giovanotti che badano solo al proprio tornaconto – altro che la bandiera, la maglia o chissà che altro - i calciatori sono rappresentati come dei fissati pronti a cogliere ogni occasione, ma il soprannome dell’autore è addirittura ‘figheroa’: un vorticoso susseguirsi di rapporti tra i più svariati dietro il paravento di un matrimonio con una donna non amata. Purtroppo nella prima sezione, quella che racconta gli ‘anni di gloria’, il susseguirsi di scene più o meno porno diventa ripetitivo e mette in secondo piano almeno un paio di argomenti ben più gravi: l’abitudine ad aggiustare le partite anche solo per convenienza reciproca (nei finali di stagione è tutto chiaro, ma quanti improvvisi alti e bassi di rendimento possono essere visti sotto una nuova luce?) e il doping, diffusissimo in una versione artigianale ancor più pericolosa, a cui l’autore ascriverà il tumore che lo ucciderà a sessantaquattro anni. Quando ai risultati concordati si uniscono le scommesse, la china inizia a farsi ripida fino alla squalifica pesante per una colpa lieve, mentre, al termine di una sorta di balletto in cui l’ipocrisia la fa da padrona, per la vera partita truccata tutti vengono assolti (si tratta di Bologna-Juventus e nessuno ha mai querelato Petrini per le accuse pesantissime a dirigenza e giocatori bianconeri presenti in queste pagine). Lontano dal calcio giocato, l’autore vive un ultimo giro di ottovolante da brividi, tra soldi facili, debiti, donne (ancora, sempre, Simenon avrebbe potuto scriverci un romanzo) e una fuga in Francia isolato da tutti, compreso il figlio gravemente malato. Una tragedia che infine lo fa andare oltre se stesso, sebbene sia ormai troppo tardi: quando Petrini scrisse (o dettò) questi ricordi non aveva più nulla, solo i ricordi di una vita spericolata da raccontare senza censure.… (meer)
 
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catcarlo | Jan 4, 2017 |

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