Questo libro mi è stato consigliato dalla mia prof di inglese del liceo. Ogni tanto viene in negozio e qualche tempo fa mi disse che era una delle sue letture del momento, insieme a "la canzone di Achille" e che la stavano molto coinvolgendo.
Nonostante abbia decine di libri intonsi (ma a quanto pare non sono la sola) ho deciso di comprarlo comunque e me lo sono letto. E' il resoconto di Carrere del processo degli attentati terroristici al Bataclan, allo stade de France e ai caffè del XVIII arondissement. Per quasi un anno infatti, lui ha curato ogni settimana una rubrica che è stata pubblicata dal giornale francese OBS e da altre testate internazionali.
Non è una lettura facile, non tanto per la scrittura, ma per tutto il resto. Nella prima parte ci sono le testimonianze delle vittime, o meglio dei sopravvissuti, poi le deposizioni degli attentatori, o almeno, gli unici 2 rimasti, che non si capisce bene se per vigliaccheria o pietà, non si sono fatti esplodere, e alcuni collusi che fanno un po' la figura dei ladri di polli, che loro malgrado, per aiutare un amico si sono ritrovati coinvolti in una faccenda seria.
A detta di Sahla Abdeslam, il loro non è stato un atto terroristico, ma semplicemente un atto di guerra, hanno risposto agli atti di guerra perpetrati dalla Francia in Siria. Solo che, quando si è ritrovato fuori dei caffè, guardando dei giovani come lui, che stavano godendo della loro libertà, non ha avuto il coraggio di innescare la bomba.
Non è facile spiegare ciò che queste testimonianze possono provocare, anche perché poi sicuramente dipende dagli occhi e dall'anima che le leggono, dalla formazione, idea politica. Umanamente è cmq devastante. ( )

V13: viernes 13 de noviembre de 2015. En tres puntos diferentes de París se producen atentados yihadistas. El más grave es el de la sala Bataclan, donde están actuando los Eagles of Death Metal. El resultado de los ataques en el corazón de Francia es de ciento treinta muertos y más de cuatrocientos heridos. Años después, durante nueve meses –entre septiembre de 2021 y junio de 2022–, se celebra el juicio en el Palacio de Justicia de la capital. Hay catorce acusados: el principal es el único superviviente de entre los terroristas de Estado Islámico que participaron en la masacre. Sobrevivió porque no detonó su cinturón con explosivos. ¿Falló el mecanismo? ¿Tuvo miedo? ¿O quizá un fugaz momento de arrepentimiento y humanidad? El resto son colaboradores en distintos grados. Y además están los testigos –que cuentan historias de una gran crudeza–, los familiares de los fallecidos, los severos fiscales, los abogados defensores, que utilizan argucias para tratar de salvar a sus clientes, el tribunal, que debe emitir sentencia… La justicia evalúa con frialdad la barbarie.

Emmanuel Carrère cubre el juicio y envía sus crónicas semanales a L’Obs. Esos textos son la base de este libro. En sus páginas encontramos la narración del juicio, la voz de las víctimas, los advenedizos que han tratado de hacerse pasar por víctimas, los héroes que ayudaron a detener a los criminales, los corrillos de los abogados, los detalles entre bambalinas… La dimensión humana y la dimensión política.

El resultado: un volumen sobrecogedor y un testimonio necesario. El periodismo hecho literatura a través de la perspicaz mirada de Carrère.