Klik op een omslag om naar Google Boeken te gaan.
Bezig met laden... L'etica del viandantedoor Umberto Galimberti
Geen Bezig met laden...
Meld je aan bij LibraryThing om erachter te komen of je dit boek goed zult vinden. Op dit moment geen Discussie gesprekken over dit boek. geen besprekingen | voeg een bespreking toe
Geen bibliotheekbeschrijvingen gevonden. |
Actuele discussiesGeen
Google Books — Bezig met laden... GenresGeen genres WaarderingGemiddelde: Geen beoordelingen.Ben jij dit?Word een LibraryThing Auteur. |
Con questo comportamento non mi sembra si avvicini all’oggetto del suo canto perché il viandante nel suo vagabondare non può che muoversi leggero e libero da zavorre, da carichi che non farebbero altro che rallentarlo se non addirittura fermarlo del tutto.
Peraltro l’idea del viandante mi sembra contraddittoria rispetto alle considerazioni sull’evoluzione del mondo. Galimberti afferma che il viandante vive intensamente il presente senza porsi obiettivi riguardanti eventuali mete ma questo non è in antitesi rispetto alla deprecata evoluzione della tecnica resasi ormai autonoma rispetto ai disegni umani. La tecnica crea il mondo - o È il mondo - e il viandante ci vive dentro cogliendo la quotidianità senza porsi obiettivi ormai stabiliti da una forza ben superiore che non si chiama più natura ma tecnica.
E allora dov’è la forza che può cambiare le sorti del tanto deprecato progresso che potrebbe arrivare a distruggere le condizioni di sopravvivenza dell’uomo su questo pianeta?
È davvero possibile una fratellanza tra “i viandanti” e coloro che si arricchiscono con lo sfruttamento dell’altro sia esso uomo o natura? O è ancora necessaria una lotta contro un nemico , contro chi sfrutta, contro chi non ha alcun motivo immediato per abbandonare la logica del dominio? La tecnica - questa è la convinzione di costoro - troverà sicuramente una soluzione per la sopravvivenza di quelli che avranno in mano le leve del comando. Perché preoccuparsi per gli altri, siano essi uomini o natura?
Per questo mi sembra che non sia ancora il tempo per la diffusione della cultura dei viandanti. C’è ancora una guerra da combattere e non importa se sarà condotta con le armi o con le parole.