Jeremy Bernstein
Auteur van Einstein
Over de Auteur
Jeremy Bernstein was a long time staff writer for The New Yorker Magazine as well as a theoretical physicist. He has received several awards for his writing.
Werken van Jeremy Bernstein
Gerelateerde werken
Gevaarlijke ideeën de belangrijkste denkers van nu over wat zij gevaarlijk vinden (1914) — Medewerker — 631 exemplaren
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Algemene kennis
- Geboortedatum
- 1929-12-31
- Geslacht
- male
- Nationaliteit
- USA
- Woonplaatsen
- Rochester, New York, USA (birth)
- Opleiding
- Harvard (PhD | physics | 1955)
- Beroepen
- professor (Stevens Institute of Technology | 1967- )
staff writer (The New Yorker)
author, biography and science
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Besprekingen
Plutonium: A History of the World's Most… door Jeremy Bernstein
The history of plutonium requires the explaining of a lot of physics and chemistry. This was one of the most difficult books I've ever read on science history, but Bernstein does a brilliant job of communicating the science involved to the lay reader. It's rewarding to make it through this book, and it's a fascinating subject, but unless you know a lot about the science involved already, be prepared for an uphill climb as you get deeper into the book. It's well worth it, though. Great book.
Recopilación de ensayos, algunos de ellos biográficos, con la ciencia como telón de fondo. JB no es un gran historiador de la ciencia, ni siquiera es un gran escritor. Sin embargo, algunas de las historias que cuenta, como las muestras de precocidad de los grandes matemáticos, salvan en general el libro,. No es de los mejores pero trae un montón de cosas interesantes que aprender. Ya es algo.
A collection of essays that appeared in the magazine American Scholar, and probably elsewhere. They're all well written and rather chatty. Bernstein got to hang out with many great physicists, so it's a fun kind of memoir almost. Not just physicists - Bernstein got to hang out with Stanley Kubrick when 2001 A Space Odyssey was being filmed! Bernstein was at Los Alamos and got up close to atomic weapons. He's a particle physicist so he talks about Gell-Man and quarks. There's quite a bit about Minsky and artificial intelligence. Some of it is so dated it gets a bit painful, as he's explaining bits and bytes and FORTRAN. Well maybe for some people it'll be a nice introduction but for me, whew, I was coding FORTRAN in 1970!… (meer)
1 
kukulaj | 1 andere bespreking | Mar 17, 2020 |
kukulaj | 1 andere bespreking | Mar 17, 2020 | 
Non possiamo certo affermare che questo libro sia all'ultimo grido della moda: il copyright originale italiano è del 1990 - e si sente che la traduzione di Giuseppe Longo è datata, non solo per l'italianizzazione di alcuni termini che ormai si tende a lasciare in inglese ma anche per forme linguistiche peculiari come il teorema del punto fisso che per lui è del "punto unito" (pag. 46) - ma il testo riprende parti di due saggi del 1978 (!), Experiencing Science e 1982, Science Observed. Né possiamo affermare che sia un saggio unitario: Bernstein più che altro tende a raccontare aneddoti ricavati dai suoi incontri e interviste con i grandi nomi dell'intelligenza artificiale nei suoi primi decenni di vita, con una preminenza assoluta per Marvin Minsky. Devo dire che quando a pagina 21 racconta (nel 1978, ricordo!) di Minsky che ogni tanto si fermava per leggere la "posta" che gli arrivava via computer dagli altri ricercatori di IA sparsi per gli USA ho pensato che io quell'anno avevo appena cominciato a usare una calcolatrice programmabile, altro che Internet (pardon, Arpanet)!
Detto questo, però, e fatta la tara sulla mancanza di temi tipo il deep learning e tutto quello che è arrivato nel XXI secolo, il libro merita ancora la lettura, anche perché mette molto bene in chiaro i problemi filosofici prima che logici e tecnici nel definire l'intelligenza artificiale, oltre a fare una (prei)storia dei linguaggi di compilazione e dei sistemi operativi. La parte più debole è paradossalmente quella che in teoria dovrebbe essere ancora di moda: l'ultimo capitolo sul teorema di Gödel è scritto cercando di replicare il concetto di livelli diversi di pensiero che è alla base del teorema, ma secondo me è riuscito male. Si può comunque sopravvivere :-)… (meer)
Detto questo, però, e fatta la tara sulla mancanza di temi tipo il deep learning e tutto quello che è arrivato nel XXI secolo, il libro merita ancora la lettura, anche perché mette molto bene in chiaro i problemi filosofici prima che logici e tecnici nel definire l'intelligenza artificiale, oltre a fare una (prei)storia dei linguaggi di compilazione e dei sistemi operativi. La parte più debole è paradossalmente quella che in teoria dovrebbe essere ancora di moda: l'ultimo capitolo sul teorema di Gödel è scritto cercando di replicare il concetto di livelli diversi di pensiero che è alla base del teorema, ma secondo me è riuscito male. Si può comunque sopravvivere :-)… (meer)
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