Gianni CelatiBesprekingen

E al terzo libro di Celati (secondo di racconti in senso proprio) ne apprezzo davvero contenuto e stile. Sul precedente Narratori delle Pianure mi veniva da dire: "saranno i suoi sillabari?" (con riferimento a Parise) ma forse la definizione è più calzante qui, dato il tono sempre in qualche modo (e volte esplicitamente) fantastico e di parabola di questi racconti brevi (sempre intorno alle 20 pagine), animati da personaggi memorabili e raccontati con leggerezza. Il cinema naturale di Celati è quello che nasce da storie popolari scritte e riscritte in 20 anni, che si fanno universali e toccano a tratti il capolavoro. Per me, sui nove racconti, i migliori sono Come sono sbarcato in America, Nella nebbia e nel sonno, Novella dei due studenti.

Erano anni che volevo leggere Celati. Spinto dalla sua affinità con la fotografia, dal sodalizio con Ghirri e altri fotografi (vedi le Esplorazioni sulla Via Emilia). Non resto deluso: trovo un narratore di luoghi che non solo si accompagna - anche nel testo - spesso a fotografi ma che muove sui paesaggi uno sguardo che si traduce in parole altrettanto fotografiche, in una prosa semplicissima ma di grande efficacia descrittiva. E piena di umanità: nel leggere dei suoi viaggi penso al Ceronetti di Viaggio in Italia e noto quanto Celati si distanzia da lui: dove Ceronetti è sempre sprezzante e cinico, Celati riesce sempre a essere accogliente e gentile verso il mondo che incontra. Sicuramente presto leggerò altro di Celati.

Provenendo dalla lettura del successivo Verso la foce, ho amato l'unico racconto che ne anticipa temi e tono mentre per il resto mi sono un po' perso fra questa miriade di piccoli racconti dal tono surreale e insieme amaro. Forse questi sono i "sillabari" di Celati, ma personalmente resto un po' perplesso.

Nella mia folle organizzazione di lettura e, diciamoci la verità, anche alla ricerca di qualche recupero per il mio budget di lettura, attese le difficoltà di agosto, prendo questo brevissimo libro di Celati; da tempo sto girando intorno a quest’autore, sono in attesa di leggere la sua tradizione dell’Ulisse; ma mi è sempre mancata l’occasione di approcciarlo; eccola qui; anche se in versione ridotta. Troppo breve per essere un romanzo, troppo lungo per essere un racconto, costumi degli italiani è un breve affresco della famiglia Pucci, il padre, piazzista alla ricerca di un’identità, la madre, bella donna che sacrifica le proprie virtù per trovare una sistemazione al marito ed al giovane Pucci, ed il protagonista, chiaramente Pucci, un ragazzino che soffre di turbe psichiche. Il filo conduttore è rappresentato, però, dagli italiani, così come sono, anzi come erano, o meglio come saranno; con duttili pennelli Celati disegna una delle tante città delle provincie italiane e lo fa con maestria, con ironia e con gusto. La lettura è semplice e lineare, ed è un libretto che si fa apprezzare, eccome.½

Il grande scrittore ferrarese, uno tra gli autori più geniali del Novecento ci racconta le vicende cavalleresche dell'Orlando innamorato, muovendosi con grazia e ironia nel mondo fiabesco medievale, tra dame e cavalieri. Il poema di Boiardo, che Ariosto riprenderà per il suo "Furioso"risale alla fine del Quattrocento ed è noto in tutta Europa,
La versione in prosa di Celati si deve all'idea di Italo Calvino, suo amico che gli suggerì a scopo esercitativo di raccontare i poemi cavallereschi rinascimentali.

Italian novelist Gianni Celati accompanied his friend and filmmaker Jean Talon travelling in West Africa to do research for a documentary about Dogon priests. The resulting book has been created from the notebooks Celati kept, which describe how circumstances played havoc with their careful plans. The result, a quick read, is a comedy of errors that provides an entertaining travelogue.

This "edition" is volume 2: Il benessere arriva in casa Pucci.

Novellerne har form at mundtlige fortællinger og skrøner - mange starter med "Der var en student fra Parma" eller lignende - og er angiveligt indsamlet under forfatterens rejser på Po-sletten. Historierne er underfundige og korte, men tonen er afgjort melankolsk. De munder oftere ud i opgivenhed, overfladiskhed og tab af mening end i identitet og mening.

Bogen opfattes som et hovedværk i italiensk litteratur, men jeg forstår ikke helt fascinationen. Formen og ideen er spændende, men historierne fangede mig ikke rigtigt.½

At best, Calvino-lite, at worst, a work of trite hackery. Neither extreme much endeared this work to me, but it did have moments (particularly in the first story) that worked fairly well, but not to such an extent that I could even necessarily recommend it to anyone. Overall, the tone and narrative of these stories was forced and facile, fable-like only insofar as one could tell "Ah-ha, this person think s that he is writing a fable, and not just writing poorly." The fact that Calvino actually supported Celati and has a blurb on this book only makes it clear that a) imitation is the sincerest form of flattery and b) even people who are generally worth a modicum of respect like to be flattered. However, it was a quick read, and sometimes that's worth something.

Da segnalare il racconto "I lettori di libri sono sempre più falsi"