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Werken van Vanni Codeluppi

Mondo digitale (2022) 2 exemplaren
Tutti divi: vivere in vetrina (2009) 2 exemplaren
Che cos'è la pubblicità (2001) 2 exemplaren
Pubblicita (2008) 2 exemplaren

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Ok. D’accordo. Lo ammetto. Nella mia incontenibile bulimia di lettura mi capita di associare libri che sembrano non avere nulla in comune. Ma è davvero così?

Pochi giorni fa, per esempio, mentre stavo iniziando la lettura del saggio di Codeluppi, ho ripreso in mano un saggio in cui Edward Lorenz racconta come è arrivato a porre le basi della teoria del caos: all’inizio degli anni ‘60 si cercava di mettere a punto un modello che permettesse di calcolare, a partire da misurazioni riferite a un momento dato e applicando ricorsivamente algoritmi derivati da leggi fisiche, previsioni meteorologiche attendibili. Lorenz, effettuando calcoli ripetuti a partire da dati solo lievemente differenti, si rese conto che approssimazioni e semplificazioni ritenute trascurabili rispetto alla precisione degli strumenti producevano effetti rilevanti nelle previsioni. In altre parole si rese conto che semplificazioni apparentemente ragionevoli possono portare a conclusioni divergenti pur in presenza di una logica ineccepibile.

Codeluppi non cita la teoria del caos, ma nelle pagine iniziali del suo libro accenna alle semplificazioni indotte dalla rappresentazione digitale del mondo, asserendo che la rappresentazione analogica “a volte consente ancora di ottenere un maggior livello di precisione”. Mi chiedo se sto cercando di associare cose molto distanti tra loro o se si stia parlando della stessa cosa. In quest’ultimo caso, mi sembra che si rischi di attribuire alla tecnologia, in un modo che trovo un po’ forzato, la scarsa qualità del “discorso” presente nell’attuale mondo digitale. Semplificando: il digitale approssima - cioè semplifica - e determina l’allontanamento dalla realtà. Non mi convince molto: è il digitale che semplifica o è il linguaggio, in qualsiasi sua manifestazione anche quella matematica, che ci porta sempre e comunque a semplificare?

Mentre ancora mi interrogo divago e mi incammino su un altro sentiero. Incuriosito dal legame tra il titolo e una serie di fotografie che ho scattato di recente prendo in mano un libro di Celine del 1932 in cui l’autore, tra l’altro, descrive “una miseria morale prima ancora che materiale”. Immediatamente parte un’altra domanda: ma è cambiato molto da allora? Non è semplicemente venuta meno la speranza che era stata riposta nella presunta capacità di migliorare il mondo anche mediante l’uso di strumenti (anche digitali) volti alla diffusione di conoscenza e cultura? Non stiamo ancora vivendo il lutto di un positivismo che prometteva all’Uomo il dominio del mondo?

Ci troviamo a vivere in un mondo in rapidissima evoluzione, in mezzo a una società sempre più segmentata, con una frantumazione enorme delle individualità e una debole capacità di aggregazione comunitaria. Il progredire della singolarità degli individui non trova un contrappeso con lo sviluppo di rapporti sociali altrettanto elaborati. Al loro posto si aprono solo opportunità che le imprese colgono per realizzare profitti utilizzando proprio gli strumenti che avrebbero dovuto “salvarci”.

Così il forestale che ancora vive in me si domanda: come si fa a passare da un insieme apparentemente caotico di individui/alberi estremamente differenti fra loro (maestosi alcuni, quelli vìche hanno potuto godere dei vantaggi di uno sviluppo del sapere e della cultura, contorti e sgraziati altri, neutri e quasi invisibili altri ancora) a una comunità/foresta armoniosa e in equilibrio? È possibile un’ecologia dell’umanità che ci restituisca il valore del sapere che siamo riusciti a creare nel tempo?
… (meer)
 
Gemarkeerd
claudio.marchisio | Dec 10, 2022 |
pity- there are few interesting ideas here and there, but I would not suggest to my worst enemy to buy the book

it could have been a really interesting HBR article (cut down to that length)
1 stem
Gemarkeerd
aleph123 | Feb 5, 2014 |

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