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È il 19 giugno del 1944 quando il tenente colonnello Wilhelm Lewicki, del Secondo corpo polacco, entra a Sulmona con tre autocarri e un carico di viveri e scarpe. Ha accettato di mettersi a capo della brigata Maiella e di rendere ufficiale il gruppo sbandato di combattenti che, fino a quel momento, ha contribuito con il Secondo corpo britannico dell’Ottava armata alla liberazione dell’Abruzzo. Già conquistare la fiducia del comando britannico, l’anno prima, non era stato facile per la Brigata Maiella, oggi conosciuta come l’unica formazione partigiana decorata con la medaglia d’oro al valor militare alla bandiera.

Dicembre 1943. Abruzzo, valle del fiume Sangro, ai piedi dei monti abruzzesi. Dopo la liberazione di Casoli da parte degli Alleati e la stabilizzazione del fronte lungo il fiume, l’avvocato socialista Ettore Troilo, alla guida di una banda di combattenti denominata “Maiella”, parte da Torricella Peligna per convincere il comando inglese a riconoscerli come “volontari per la Liberazione”. Inutilmente. Il comando britannico si rifiuta di collaborare con reduci dell’esercito italiano che considera inadatti alla lotta e che potrebbero vanificare le azioni belliche.

Nonostante il rifiuto, gli inglesi non possono fare a meno dell’aiuto dei partigiani abruzzesi: le montagne, le cartine topografiche incomplete, le reti stradali incompiute rendono indispensabile il loro aiuto e ricoprono ruoli di guide, sentinelle e avamposti. Gruppi di “combattenti di montagna” spinti dalla voglia di rivalsa e vendetta, ma anche dall’istinto di sopravvivenza dopo che le loro case e il loro esercito erano stati rasi al suolo.

Il 4 dicembre dello stesso anno, a Gessopalena, un’unità della Wehrmacht uccide con una raffica di mitra la madre di Domenico Troilo, militare alla guida di un’altra banda di partigiani che, poi, confluirà nella brigata Maiella. “Avevo 18 anni quando è scoppiata la guerra – ha raccontato Troilo – e insegnavo. Poi mi sono arruolato, sono stato in Tunisia e dopo l’8 settembre sono tornato a casa. L’Abruzzo era diviso in due sul Sangro, lungo la Linea Gustav. Sono arrivati i tedeschi e hanno iniziato a rubare bestiame, biancheria, tutto quello che trovavano. Era il 4 dicembre e hanno distrutto il mio paese, casa per casa. Non c’era ideologia, c’erano solo i fatti e quella che era diventata terra di nessuno. Si formarono così i primi gruppi di giovani e di uomini che avevano fatto parte dell’esercito. Le prime armi le rubammo ai tedeschi”.

Gennaio 1944. Gli alleati liberano Ortona ed Ettore Troilo convince il maggiore inglese Lionel Wigram a prendere con sé la brigata: la “Maiella” è riconosciuta come sezione speciale e inizia a combattere sotto il comando alleato, reclutando nuovi combattenti tra cui quelli guidati da Domenico Troilo. Il 15 gennaio 1944 c’è la prima ufficiale operazione congiunta. Gli inglesi conquistano Colle dei Lami e Colle Ripabianca. Liberano Quadri, Torricella Peligna, Lama dei Peligni e Fallo. La meta da raggiungere è Pizzoferrato, una paese in posizione strategica con un’altitudine di 1300 metri lungo il fiume Sangro. (fonte: Angelo Iocco)
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MemorialeSardoShoah | Apr 23, 2024 |

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