Daniela Maccari

Anche Mariama Bâ, l’autrice senegalese di "Cuore africano", che segnò l’irruzione femminile nella letteratura africana francofona, ebbe pagine pesanti sulla vedovanza, uno stato di spogliazione totale e non solo affettiva. «Sono una vedova, tu non sai cosa significa, ragazzino», confida la nonna al nipote Mariano nell’ultimo romanzo del mozambicano Mia Couto. E proprio dal Mozambico viene una parte delle testimonianze, raccolte dalla curatrice del volume, comboniana, che si affiancano a quelle dall’Eritrea e dall’Etiopia, dal Kenya e dal Sudan, da Rd Congo, Uganda e Zambia. Nella pur estrema varietà di culture dell’Africa nera, la condizione della vedova appare come un drammatico filo conduttore che pare travalicare anche le diversità dei sistemi famigliari, patrilineari o matrilineari che siano. In positivo, ci vengono segnalate anche storie di gruppi e movimenti di aiuto reciproco. Ma la strada per la pari dignità sembra ancora lunga.… (meer)