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Giovanni PascoliBesprekingen

Auteur van Myricae

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Ogni tanto prendo in mano qualche libro di poesia per capirne la logica, non so perché ma la poesia per me rimane un grande mistero, nonostante l’amore che, da sempre, ho per le parole, in senso assoluto, tra l’altro, per quanto tali. Ed alla ricerca di un ordine avevo deciso di scegliere tra Foscolo, Carducci e Pascoli. E la scelta, in realtà casuale, attesa la mia assoluta ignoranza in materia, è ricaduta su questa raccolta di poesia del Pascoli. L’introduzione di Per Vincenzo Mengaldo è estremamente tecnica ma diventa necessaria per capire, comunque anche sotto il profilo tecnico, la poesia del Pascoli ed inquadrarla nel contesto storico e culturale. Alcune poesie mi sono piaciute molto, non per l’ordine, per lo stile, ma io con le poesie vado così, solo d’istinto. “I tre grappoli”, un rifacimento di un passo di Diogene, che invita alla moderazione nel bere il vino. “Contrasto”, un analogia tra il lavoro dell’artigiano che trasforma il materiale per renderlo oggetto e quello del poeta che ha come materia prima le parole; il “10 agosto”, giorno che per il poeta commemora una morte, quella del padre, e che a me ricorda la nascita di un fratello che non ho capito perché è morto; “La notte dei morti”, un gioco trasversale tra chi rimane a festeggiare chi se ne è andato che a sua volta festeggiava chi se ne era andato prima di lui; ed infine, la splendida “i due cugini”, che immortale il dolore di una ragazza sposa ideale del cugino morto giovane e che rappresenta l’impassibilità del dolore nella memoria. Che dire; la visione molto tradizionale del Pascoli è sicuramente contrapposta alla mia cultura; ma, comunque, una lettura davvero molto piacevole ed interessante. Il vero problema è che, come al solito, mi mancano gli strumenti ed il metodo.
 
Gemarkeerd
grandeghi | 1 andere bespreking | Jul 7, 2014 |
E PIOVVECantava al buio d'aia in aia il gallo.
E gracidò nel bosco la cornacchia:
il sole si mostrava a finestrelle.
Il sol dorò la nebbia della macchia,
poi si nascose; e piovve a catinelle.
Poi fra il cantare delle raganelle
guizzò sui campi un raggio lungo e giallo.
Stupìano i rondinotti dell'estate
di quel sottile scendere di spille:
era un brusio con languide sorsate
e chiazze larghe e picchi a mille a mille;
poi singhiozzi, e gocciar rado di stille:
di stille d'oro in coppe di cristallo.
 
Gemarkeerd
Ginny_1807 | Aug 23, 2013 |
For those who love the "smell" of past, almost definitely lost things; the countryside life, the family affections, the joy for simple things, seen through the eyes, the ears and the nostalgic heart of a nineteenth century poet. I have enjoyed many of the poems, not the whole, as too often (and therefore predictably) death and despair is the closing theme of the compositions.
 
Gemarkeerd
foschina | 1 andere bespreking | Aug 14, 2008 |
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