Fedora Sasso

Oskar è un vecchio ebreo e, seduto tra le panche di una chiesa, quella di don Primo Mazzolari, si commuove ancora ricordando il prete che gli ha salvato la vita quando era bambino. Ma qual è la storia di quest’uomo che si perde sulle note di un violino scampato alla Shoa? La racconta il doc “Una piccola inestimabile memoria”, di Giovanni Paolo Fontana, con la regia di Fedora Sasso. È il 1936. Oskar è un bambino ebreo di nove anni che vive in Germania. È l’anno in cui gli ebrei vengono banditi da tutte le professioni. Oskar e la sua famiglia non possono più stare nel loro Paese e si trasferiscono in Italia. Ma nel 1938 le leggi razziali arrivano anche qui e Oskar si ritrova a vivere nuovamente le stesse umiliazioni subite in Germania due anni prima: allontanato dalla scuola, interrotti i rapporti con i nuovi amici e coetanei italiani. Si riapre una ferita. Passano anni difficilissimi. La famiglia si sposta a Bozzolo, in provincia di Mantova. Parroco di quel paese è don Primo Mazzolari, una figura carismatica che si intreccerà alla storia della famiglia di Oskar. Oskar oggi torna sui propri passi, partendo dalla sua città natale in Germania, fino all’epilogo elvetico. Ma soprattutto Oskar vuole passare da Bozzolo, per mettere una candela e un fiore davanti alla tomba di don Primo Mazzolari, il prete che ha dato una svolta decisiva alla sua vita. Oskar scrive al Papa, vuole essere protagonista e testimone nella causa di beatificazione appena aperta. Ma Oskar vuole che don Mazzolari venga annoverato anche nel Giardino dei Giusti in Israele, per aver salvato la vita a tanti ebrei.… (meer)