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Giovanni Semerano (1) (1911–2005)

Auteur van La favola dell'indoeuropeo

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Geboortedatum
1911
Overlijdensdatum
2005
Geslacht
male
Korte biografie
Filologo studioso dell'etrusco, docente di lettere classiche, bibliotecario, fu anche soprintendente bibliografico della Toscana.

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Anche questo nuovo volume di Giovanni Semerano rientra nel ciclo dei suoi lavori che mirano a confermare l’intuizione storica secondo cui un vincolo di fraternità culturale lega da cinquemila anni l’Europa all’antica Mesopotamia, l’attuale Iraq, dove fiorirono le inarrivabili civiltà di Sumer, di Akkad, di Babilonia.
L’elemento di congiunzione tra Oriente e Occidente è Sargon: il fondatore della dinastia di Akkad, nel III millennio a.C. Il testo, brillante e chiaro, offre inoltre ricche informazioni nell’in- tento di proporre una diversa chiave interpretativa a una superata classificazione linguistica, la famiglia del così detto indoeuropeo.
Al lettore vengono esposti originali punti di vista, egli sarà certamente sollecitato dall’idea di percorrere inesplorati sentieri filologici seguendo i passi del più indipendente fra gli studiosi contemporanei che il mondo scientifico italiano possa offrirci.

INDICE

Premessa quasi moralistica, ma non troppo
La favola indoeuropea
La favola indoeuropea
La favola degli Indoeuropei
Indoeuropeo, dov’è la tua Vittoria?
L’ora di Filippo Sassetti
In nessuna lingua dei popoli antichissimi che si muovono attorno al nostro continente è traccia del presunto indoeuropeo
Nell’antichità millenaria
Le origini del Caucaso
Gli Hittiti indoeuropei?
Chi erano gli Hurriti?
Iran: la via delle carovane
I Mitanni
Altri popoli e lingue
Il sanscrito: la scrittura della comunità
Dravida: la lingua della comunità
Che ne è dei Luvi?
Celti - Galati
La religione degli antichi popoli
Gli inizi della religione naturalistica
Il dio eterno e l’uomo avviato alla sua fine
Motivi religiosi degli Hittiti, degli Hurriti e di altri popoli del Medio Oriente
Il mondo divino dei Celti
I Germani
Il rogo della memoria
Il mito
Il prezzo del silenzio
Un rapido balzo nel mondo italico ed etrusco
Voci estravaganti
La leggenda di Europa
Un’utile guida
Elementi grammaticali e numerali
Elementi grammaticali
Saggio della numerazione che ignora l’indoeuropeo
Canto per me solo?
Canto per me solo?
Per un doveroso grazie

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Questo nuovo volume di Giovanni Semerano rientra nel ciclo dei suoi lavori che mirano a confermare l’intuizione storica secondo cui un vincolo di fraternità culturale lega da cinquemila anni l’Europa all’antica Mesopotamia, l’attuale Iraq, dove fiorirono le inarrivabili civiltà di Sumer, di Akkad, di Babilonia.
L’elemento di congiunzione tra Oriente e Occidente è Sargon: il fondatore della dinastia di Akkad, nel III millennio a.C. Il testo, brillante e chiaro, offre inoltre ricche informazioni nell’in- tento di proporre una diversa chiave interpretativa a una superata classificazione linguistica, la famiglia del così detto indoeuropeo.
Al lettore vengono esposti originali punti di vista, egli sarà certamente sollecitato dall’idea di percorrere inesplorati sentieri filologici seguendo i passi del più indipendente fra gli studiosi contemporanei che il mondo scientifico italiano possa offrirci.

Vediamo un po qual'è il filo dei ragionamenti svolto dallo studioso.
Si tratta di un grande filologo ed etimologo, ormai ultranovantenne, Giovanni Semerano, secondo il quale la culla delle nostre lingue è la Mesopotamia, dalla quale la cultura, attraverso commerci e migrazioni di popoli, si è irradiata già nel III millennio a.C. verso ovest, nord, sud e nell'VIII sec. a.C. verso l'India.

Questo lungo e paziente lavoro è compendiato in quattro dizionario etimologici pubblicati dall'84 al '94 dalla casa editrice Leo S. Olschki in Firenze, in cui lo studioso comprova le basi semitiche delle lingue indoeuropee.

Giovanni Semerano per tutta la vita, e forse ancora oggi, è stato osteggiato. In un articolo apparso su Repubblica (14 giugno 2001), che ha per titolo «Il linguista che fa tremare l'Accademia», Umberto Galimberti gli rende merito, come avevano già fatto Massimo Cacciari ed Emanuele Severino, oltre ad altri pochi studiosi stranieri. Ed è stato lui che dopo innumeri rifiuti di editori è riuscito a far pubblicare presso la Bruno Mondadori un suo libro L'infinito: un equivoco millenario. Le antiche civiltà del Vicino Oriente e le origini del pensiero greco.

Le lingue semitiche comprendono fra le principali l'accadico, l'ugaritico, il fenicio, l'ebraico, l'aramaico, l'arabo classico, l'etiopico; e da queste lingue sono derivate tutte le lingue europee antiche e moderne oltre che le lingue slave e tutte le parlate indiane, fra cui, il più noto adattamento è il Brahmi, arrivando persino a comprendervi le lingue amerindiane e quelle polinesiane. Queste sue ricerche sono state sostenute e confermate dalla scoperta nel 1985 ad opera dell'archeologo Vittorio Mathieu delle ventimila tavolette dalla biblioteca di Ebla, in Siria.

Gli studi di Semerano sono partiti soprattutto dai dizionari etimologici indogermanici, nei quali spesso accanto a numerosi lemmi c'era scritto: etimologia sconosciuta. E lui ha voluto affrontare proprio questo sconosciuto e lo ha risolto.

Fra gli infiniti lemmi contenuti nei dizionari di Semerano mi preme, in questi giorni di venti di guerra, sottolinearne alcuni, riducendo all'essenziale l'etimologia.

Ariani deriva dall'accadico aru = andare (cioè nomadismo), da cui l'ebraico aher = forestiero.

Svastica: deriva dell'accadico Sawas = sole e da tebù = avvicinarsi. Scrive a proposito di questa voce Semerano: «Se in passato qualcuno ha potuto fare di un simbolo del sole un oscuro segno di minaccia, oggi la storia disvelata del Vicino Oriente è in grado di dissipare un equivoco tutt'altro che innocente».

Razza: dal neoassiro Harsaa = una razza di cavalli; da cui l'inglese horse = cavallo, il tedesco Ross, l'italiano rozza, cavallo vecchio e pieno di malanni.

York: (da cui New York): deriva dall'accadico agu = acqua, fiume e dall'accadico eberu = traversare l'acqua, da cui il primo nome celtico della città inglese di York: Caer Ebrauc.

Guaglione: deriva dall'accadico qalum = giovane, piccolo; da cui il tedesco klein = piccolo; e la parola etrusca clan che significa servo, garzone.

Jahvè, giove: derivano ambedue, il dio biblico e quello pagano, dal tetragramma Jhwh, ebraico Jom, arabo jaum, accadico uwn = giorno, tempesta. «Il grande dio dei nostri popoli è alle origini il Signore delle tempeste e della luce.»

Anima: «Uno dei misteri, che ha pesato sull'anima, investe le origini di inglese soul, tedesco Seele. Si accostò alla base di sea, see di cui si ignorò l'origine. Realmente soul richiama il mondo degli Inferi, che in ebraico è sol; e Seele «anima» e scopre l'interferenza della base di accadico sillu «ombra». Di che cosa può essere ombra l'anima, se non di quella del nostro corpo, il quale in tedesco Leib deriva dal semitico accadico libbu che indica soprattutto gli organi interni dell'uomo, fra cui il cuore, perciò amore in tedesco si dice Liebe, in russo Liuba. Quindi, penso io: se l'anima è l'ombra del corpo, significa che anche l'amore, oltre che evidentemente la morte sono in ombra; delle ragioni dell'amore e della morte dovrebbero tenere conto tutti i signori delle guerre, grandi o piccoli che siano, che nelle loro propagande guerrafondaie mantengono in ombra queste ragioni.

«Come non scorgere che la componente magos di nomi celtici, ad esempio «Rotomagus» (Rouen), «Noviomagus» (Noyon) è della medesima origine del sardo Macomer, cioè semitica? E' ebraico maqom «stanziamento», «luogo di abitazione». E che altro è la componente Roto-, di «Rotomagus», Rouen, posta sulla Senna, se non semitico accadico ratum, aramaico ebraico rahat? E anche Raetia denota la regione al limite dei grandi fiumi».

Mano: anche l'etimologia latina manus veniva considerata di origine ignota. Deriva invece dall'accadico manu= calcolare. La mano quindi «strumento di calcolo, ragione e uomo, cioè tedesco Mann, Mensch "uomo", quale essere pensante».

[Modificato da Myrddin - Merlino 17/03/2005 12.40]

Giovanni Semerano (1911-2005), filologo, è stato l’allievo dell’ellenista Ettore Bignone all’Università di Firenze, dove ha seguito gli insegnamenti di Giorgio Pasquali, del semitologo Giuseppe Furlani, di Giacomo Devoto e di Bruno Migliorini. È stato autore della monumentale opera Le origini della cultura europea, Olschki, Firenze 1984-1994. Per la Bruno Mondadori ha pubblicato: L'infinito: un equivoco millenario (2001); Il popolo che sconfisse la morte. Gli etruschi e la loro lingua (2003) e La favola dell’indoeuropeo (2005).
… (meer)
 
Gemarkeerd
MareMagnum | Mar 25, 2006 |
Dopo il grande successo de L’infinito: un equivoco millenari, Semerano si misura con il tema oscuro e controverso della lingua etrusca, raccogliendo i frutti di un lungo e paziente lavoro di ricerca storica e filologica. La tesi centrale è suggestiva quanto rivoluzionaria: l’etrusco è una koiné mediterranea, un incontro tra lingue di ceppo semitico, le cui radici sono da ritrovare nell’ampio e remoto orizzonte che va da Sumer a Babilonia, dall’Assiria a Ebla. Un complesso quadro storico colpevolmente ignorato dagli etruscologi del passato; un altro colpo inferto al falso mito dell’“indoeuropeo��?; un nuovo, prezioso contributo alla discussione sulle origini delle lingue europee. Attraverso inesplorati percorsi etimologici – in appendice viene offerta per la prima volta la traduzione definitiva, con testo a fronte, della Lamina di Pyrgi e della Tavola di Cortona – Semerano ci svela così il mistero etrusco, ci accompagna tra i luoghi e le sinuosità di una cultura profonda e affascinante, ricca di rapporti con altre genti, che nella rappresentazione della morte e nel magico incontro tra luce e tenebra ci ha lasciato le più affascianti testimonianze.

INDICE

Il mistero etrusco e il fascino delle origini
L’irradiazione dall’antico mondo culturale mesopotamico
I Tirreni e le avventure dei Pelasgi
Il sistema etimologico
I personaggi delle origini
Phersu e colui che vinse la morte
Tagete e Tarchunus
Alle radici culturali del mondo etrusco
Il vaso di Tragliatella
Gli elementi del computo degli Etruschi: i numeri
Come leggevano gli Etruschi, sul quadrante del tempo, le vicende del loro passare: nomi dei mesi e dell’anno
Gli Etruschi negli spazi del loro mondo reale, nella loro terra e nei paesi raggiunti dall'influsso della loro civiltà
I toponimi etruschi
I fiumi etruschi
Le divinità etrusche
Roma arcaica sullo sfondo della civiltà etrusca
Appendice
Le Lamine di Pyrgi
La Tavola di Cortona
Altre voci

Giovanni Semerano (1911-2005), filologo, è stato l’allievo dell’ellenista Ettore Bignone all’Università di Firenze, dove ha seguito gli insegnamenti di Giorgio Pasquali, del semitologo Giuseppe Furlani, di Giacomo Devoto e di Bruno Migliorini. È stato autore della monumentale opera Le origini della cultura europea, Olschki, Firenze 1984-1994. Per la Bruno Mondadori ha pubblicato: L'infinito: un equivoco millenario (2001); Il popolo che sconfisse la morte. Gli etruschi e la loro lingua (2003) e La favola dell’indoeuropeo (2005).
… (meer)
 
Gemarkeerd
MareMagnum | Mar 25, 2006 |
Scavando nell’etimologia del greco, del latino e del sanscrito, Giovanni Semerano ha rintracciato, in quarant’anni di studi che trovano la sintesi in questo libro, la madre di tutte le lingue: l’accadico-sumero. Questo volume mette in discussione le teorie legate all’indo-europeo come origine delle lingue mediterranee e europee. In modo suggestivo ci viene data la possibilità di comprendere il senso nascosto delle nostre parole, mandando in frantumi molti pregiudizi e incomprensioni.
Un esempio: “L’uomo nasce dall’infinito e torna all’infinito�?, così è sempre stata tradotta una delle riflessioni più famose del filosofo Anassimandro. Semerano invece traduce àpeiron con il semitico “apar�? e con l’accadico “eperu�?: parole che, in mezza Mesopotamia, e più tardi nell’ebraico (“aphar�?), stavano a significare “polvere, fango�?. Ovvero: �?L’uomo è polvere e polvere tornerà�?...

“I libri di Semerano sono una festa dell’intelligenza�? (Emanuele Severino)

“Alle straordinarie ricerche di questo solitario devo moltissime indicazioni per tutta la dimensione etimologica del mio libro Arcipelago�? (Massimo Cacciari)

INDICE

Introduzione: Preminenza del centro antico di irradiazione culturale, al quale questo libro fa costante riferimento
Il fascino illusorio dell’infinito
La Ionia: Cadmo e il Vicino Oriente
Testimonianze di Ferecide di Siro e dei suoi libri fenici
Senofane. Ancora l’àpeiron che offuscò le vedute dei critici antichi
Eraclito
Parmenide
Orfeo
I fondatori del diritto
Inizi e sviluppi della scienza greca
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Un saggio di Giovanni Semerano sulle radici accadico-sumere delle lingue europee: teoria della riscoperta e rivisitazione di una comune etimologia semita

Sono appena uscita dalla libreria con un titolo che mi affascina. In genere d'estate preferiamo letture "leggere" (anche a questo proposito si potrebbe avviare una discussione infinita: che cosa vuol dire leggero?), io invece mi sono fatta tentare da un saggio di Giovanni Semerano: L'infinito: un equivoco millenario. Le antiche civiltà del Vicino Oriente e le origini del pensiero greco.(Bruno Mondadori, pagg. 298, lire 35.000). Chi é Giovanni Semerano? Un filologo, un grecista, un archeologo della parola, un linguista...un ricercatore che a novant'anni si adopera con l'entusiasmo di un neofita per sostenere una teoria controcorrente, affascinante e naturalmente documentata. In breve, che le lingue europee abbiamo un'origine ben più remota di quella ipotizzata, e che siano figlie della lingua accadica parlata nel terzo millennio a.C. in Anatolia, Siria, Mesopotamia.

Tutto parte da molte parole, specie tedesche o inglesi, classificate ancora oggi come etimologia sconosciuta, o difficilmente spiegabile con le basi indoeuropee. E allora la madre di tutte le lingue può essere il sumero-accadico? Un'origine semita che non solo é importante dal punto di vista etimologico e culturale ma perfino razziale... Un'ipotesi che interpreta e rivisita miti, filosofie e prepara il terreno a un'altra sfida: l'etrusco...

Un viaggio affascinante nel mondo delle parole, nella storia, nella filosofia. E che cosa c'é di più estivo di un viaggio? Un viaggio che non ha punti di arrivo ma continue esplorazioni. Del resto il bello del viaggio é proprio il suo itinere, e quando si arriva non solo abbiamo visto tante cose ma siamo anche un po' cambiati. Così anche solo l'assaggio del libro di Semerano schiude nuove prospettive. Partendo proprio dalle lingue "madri" dell"indoeuropeo, cioé il greco, il latino, il sanscrito.Un esempio delle sue ricerche (basate anche sui dizionari etimologici pubblicati da Olschki)? Su basi accadiche, Cortona vuol dire "terra", con riferimento all'etrusco "kurtun", all'ebraico "keret", all'egizio "qart", alla città cretese "Gortina", all'italiano "Crotone", al latino "Cartago" con quel finale "ago" che significa "acqua" come si conveniva a Cartagine che era un porto sul Mediterraneo.

E ancora, riguardo all'etimologia della parola Italia che veniva resa come terra dei vitelli da "vitulus" (vitello). Semerano segnala che la "i" di "vitulus" é breve, mentre la "i" di "Italia" é lunga e perciò é presumibile che la parola venga dall'accadico "Atalu" che significa terra del tramonto, a cui corrispondeva la parola etrusca "Hinthial" che vuol dire "ombra".

Non vi viene voglia di saperne di più? Il titolo stesso é intrigante (a proposito, da quant'é che questa parola, intrigante, é così di moda?) e si riferisce a una celebre frase del filosofo Anassimandro (presocratico, se la memoria non mi inganna): L'uomo nasce dall'infinito e torna all'infinito. Infinito ovvero il greco àpeiron. Semerano invece traduce àpeiron con il semitico apar e l'accadico eperu, parole che in Mesopotamia e più tardi nell'ebraico aphar indicavano "polvere, fango". Ovvero: l'uomo é polvere e polvere tornerà... Eccoci quindi al Libro dei Libri, alla Bibbia... E allora vado a sfogliare questo libro: mi piacerebbe riparlarne insieme a voi, a lettura ultimata.

Giovanni Semerano (1911-2005), filologo, è stato l’allievo dell’ellenista Ettore Bignone all’Università di Firenze, dove ha seguito gli insegnamenti di Giorgio Pasquali, del semitologo Giuseppe Furlani, di Giacomo Devoto e di Bruno Migliorini. È stato autore della monumentale opera Le origini della cultura europea, Olschki, Firenze 1984-1994. Per la Bruno Mondadori ha pubblicato: L'infinito: un equivoco millenario (2001); Il popolo che sconfisse la morte. Gli etruschi e la loro lingua (2003) e La favola dell’indoeuropeo (2005).
… (meer)
 
Gemarkeerd
MareMagnum | Mar 25, 2006 |

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