presents the little-known story of nearly 20,000 European Jewish refugees who fled to Shanghai in the years 1938-41. Shanghai was a free port that did not require papers for entry, and became the “last resort” to find a safe haven from the Nazis. This lost world is revealed through the memories of four survivors, and through a collage of rare and remarkable film footage. Extraordinary images of refugees and uncommon views of Chinese life create a compelling vantage point for understanding and experiencing this story of survival. (fonte: Rosdy Film)

Il film presenta la storia poco nota dei 20.000 ebrei europei fuggiti a Shanghai tra la fine del 1937 e il 1941. Dopo il 1939, Shanghai è stata l'ultima e unica località in cui trovare rifugio sicuro dai nazisti, anche se non altrettanto sicuro, come il film Spettacoli. Ciò era dovuto allo status di Shanghai come porto franco che non richiedeva documenti di ingresso, e alla relativa tolleranza degli occupanti giapponesi, che, lungi dall'essere salvatori, resistettero alla richiesta della Gran Alleata (Germania) di sterminare gli ebrei, e persino di impedire le azioni di il "macellaio di Varsavia" nazista che fu incaricato di liquidare gli ebrei di Shanghai. Dopo l'acquisizione della Cina da parte dei comunisti, tutte le tracce dell'esistenza degli ebrei, tra cui un cimitero ebraico con 2.000 tombe, furono rase al suolo. Il passaggio degli ebrei attraverso Shanghai è rivelato e preservato attraverso quattro sopravvissuti (Fred Fields ora di Miami, Ernest e Illo Heppner e Siegmar Simon) e un incredibile collage di rari filmati assemblati da Joan Grossman e Paul Rosdy