Dato che questo dovrebbe essere l’ideale seguito di “L’amore non è mai una cosa semplice” a lettura ultimata mi sorge spontanea una considerazione: ma non sarebbe stato meglio se la Premoli avesse condensato le due storie in unico libro riducendo anche drasticamente il numero delle pagine? Io credo che così facendo – forse - sarebbe riuscita a mettere insieme qualcosa di più gradevole e meno banale e noioso, perché anche questa storia risulta proprio stiracchiata e anche molto, anzi, troppo scontata.
Giada è ormai prossima alla laurea e sta per iniziare uno stage presso una prestigiosa società. Ma con sua grande sorpresa e disappunto si troverà a dover condividere questa esperienza con quello che ritiene essere il prototipo del ragazzo da evitare ad ogni costo: Ariberto Castelli di Fievolo. Oltretutto questo non è il loro primo incontro perché qualcosa di increscioso è già successo in passato e, allora, vivere questa esperienza l’uno accanto all’altro non sarà così semplice.
Un’altra storia che si perde nella banalità e nell’inconsistenza, con personaggi che oltretutto si rivelano alquanto improbabili e molto poco convincenti. Lui, Ariberto, è un ragazzo bellissimo, di ottima famiglia, praticamente perfetto, talmente dolce, arrendevole e accondiscendente da risultare assolutamente improbabile. Lei, Giada, è chiusa, aggressiva, scontrosa, testarda e in perenne contrasto con la famiglia benestante da cui però continua tranquillamente a farsi mantenere. La storia è incentrata tutta su loro due e si snoda nella più totale ovvietà in un monotono e costante grigiore.
Due stelle, ma ormai solo per incoraggiamento. ( )