Nel sistemare la mia biblioteca cartacea qui su GoodReads, ho ritrovato un libro che avevo del tutto dimenticato. Una ventina di anni fa, forse anche di più, prima che mio Padre passasse a miglior vita, mi consegnò questo libro e mi disse che lo aveva "salvato" pescandolo nel fondo di uno scatolone di vecchi libri nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Lui, oltre ad essere un tipografo, nato in una famiglia di stampatori post-gutenberghiani, era anche un rilegatore. Lo stampatore di un tempo, che sarebbe poi diventato un tipografo, era quell'artigiano nel quale si potevano individuare diversi mestieri. E' un'idea che per essere capita bisogna risalire ai tempi gloriosi di quella che si chiamava "Arte Grafica" che era la somma di diversi mestieri.

Un libro per essere stampato aveva bisogno di passare per diverse mani, ed erano artigiani che componevano, carattere dopo carattere, le righe fatte di strisce di piombo. La linotype era ancora di là da venire. Una dopo l'altra davano vita alla "forma", la futura pagina. Questa veniva legata, messa su una balestra pronta per essere inchiostrata, passandoci sopra il rullo di caucciù con l'inchiostro per la stampa. Ma prima bisognava fare la bozza. Il foglio veniva poggiato su di essa, il martelletto picchiava sul battitore, il foglio veniva impresso, staccato dalla forma e la bozza era pronta. Con la prima lettura aveva luogo la prima correzione.

C'era chi leggeva dal foglio e chi seguiva i caratteri di piombo. Il tutto poi veniva inviato a chi aveva scritto quel testo. Quando le correzioni erano state fatte, si estraevano dalla forma di piombo le lettere con i caratteri sbagliati, si ricomponeva il tutto e si impaginava. In ottavo o in sedicesimo, il libro aveva le sue facciate. Si metteva il tutto in macchina, la ruota girava, i fogli scorrevano, si pareggiavano e si iniziava l'allestimento. I fogli venivano rifilati, piegati e si passava alla cucitura. Il dorso del libro veniva ricoperto di colla, lo si rivestiva con la copertina, un'altima rifilatura e il libro era pronto per esssre sfogliato.

Nel lungo e laborioso percorso, diversi artigiani lo avevavo avuto in cura: il compositore, il correttore, il grafico, il macchinista, il legatore ... Mio Padre era tutto questo. Quando recuperò dal fondo di quello scatolone il libro di Flammarion era ridotto ad uno straccio, è il caso di dire, buono soltanto per il macero. E invece, lui, con grande pazienza rimise insieme le pagine, restaurò la copertina andata purtroppo distrutta, incollò il frontespizio, gli diede un vestito nuovo con una nuova rilegatura in dorso di tela e lo avrebbe inviato a quell'artigiano che andava sotto il nome di "indoratore" per fare incidere sul dorso i riferimenti che di solito caratterizzano i libri.

Nell'archivio di Google ho ritrovato la copertina originale della Sonzogno e l'ho potuto schedare come si conviene ad un libro che ha una "memoria storica". Non ho detto nulla del contenuto del libro. Questo è suddiviso in sei parti detti "libri": il principio del mondo, l'età primordiale, l'età primaria, l'età secondaria, l'età terziaria, l'età quaternaria. Ci sono numerosi prospetti e quadri allegati geologici con oltre 400 figure. La casa editrice è la Sonzogno allora allogata in via Pasquirolo a Milano.

Sfogliare un libro del genere, le pagine ingiallite dalle macchie del tempo, i disegni manieristici di un disegnatore sconosciuto, le incollature ed i rappezzi operati dalla mano discreta di mio Padre, danno un sapore straordinario alla lettura di questo libro. Amazon lo ha in catalogo e può essere acquistato per 35 euri. Ma sono sicuro che la sua lettura non potrà mai avere il "sapore" della mia copia ... Un'ultima considerazione andrebbe fatta sull'autore Camillo Flammarion, la sua prosa, il suo stile, la sua scienza. Ci sarà tempo e modo per farlo. ( )