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Bakunin's Son

door Sergio Atzeni

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A history of Italy in the form of interviews with people on the subject of a character by the name of Tullio Saba. One person claims he was a defender of workers' rights, another that he was a blackmarketeer, a third that he won a medal for bravery in World War II, a fourth that he was such a great lover she cannot enjoy her husband… (meer)
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recensione di Spirito, P., L'Indice 1991, n. 7

"Vai a Guspini, i Guspinesi hanno buona memoria, era un loro compaesano, sanno tutto, se chiederai racconteranno. E scoprirai quel che resta di un uomo, dopo la sua morte, nella memoria e nelle parole altrui". Già nelle prime frasi de "Il figlio di Bakunìn" sono racchiusi e riassunti la trama e il significato del secondo romanzo breve di Sergio Atzeni. "Il figlio di Bakunìn si discosta dalle atmosfere mitiche della terra d'origine quel tanto che basta per dare al racconto un taglio meno epico e allusivo ma più partecipe, più emotivo. E il risultato conferma le buone capacità dello scrittore, certo uno dei nomi più promettenti nel panorama della cosiddetta narrativa giovane.
Il racconto è ambientato nella Sardegna dei nostri giorni, dove un ragazzo avvia un'indagine personale per scoprire chi era Tullio Saba, l'uomo conosciuto in gioventù da sua madre prima del matrimonio. Registratore alla mano, il giovane comincia a intervistare tutte le persone che hanno conosciuto Saba, detto appunto "il figlio di Bakunìn". La struttura formale del testo segue la semplice trascrizione delle registrazioni: le testimonianze dirette si susseguono una dopo l'altra, svelando poco alla volta la storia di un minatore affamato di libertà sia prima, che durante e dopo la guerra e il fascismo sull'isola. L'architettura corale della narrazione è poi arricchita e felicemente complicata dai contraddittori dell'istruttoria, dalle versioni contrastanti, dai pareri ora discordi ora coerenti, dai ricordi sfumati o dilatati. Comparse e protagoniste al tempo stesso, le figure chiamate a recitare aggiungono ricordi al ricordo, e brandelli di vita si innestano nell'ordito più vasto di un'altra esistenza. L'effetto è quello di un gioco labirintico dove la verità sfugge ogni volta che appare a portata di mano, la pedina - il giovane intervistatore che rimane anonimo e solo alla fine compare direttamente sulla scena - si sposta seguendo gli scarti temporali del caso, e il racconto si fa metafora del raccontare.
Lavorando sul linguaggio con l'uso continuo, ma non esagerato, di vocaboli e motti tratti dall'idioma sardo, Atzeni riesce - senza inciampare in regionalismi di maniera - a creare una suggestiva polifonia di voci narranti. Meno, però, di quanto avrebbe forse potuto se avesse adeguato con più decisione il gergo al carattere dei personaggi.
Assassino, ladro e ribelle, anarchico indomabile, capopopolo illuminato, musicista fallito, amante irresistibile, genio di raffinata sensibilità o spirito rozzo e corruttibile: il figlio di Bakunn è tutto ciò e forse nessuna di queste cose. Anche di fronte alla rivelazione finale la realtà resta sospesa, per l'autore, per il lettore, per il giovane indagatore: "Non so quale sia la verità, se c'è verità. Forse qualcuno dei narratori ha mentito sapendo di mentire... O, ipotesi più probabile, sui fatti si deposita il velo della memoria, che lentamente distorce, trasforma, in favola, il narrare dei protagonisti non meno che i resoconti degli storici".
  Biblia | Aug 1, 2006 |
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A history of Italy in the form of interviews with people on the subject of a character by the name of Tullio Saba. One person claims he was a defender of workers' rights, another that he was a blackmarketeer, a third that he won a medal for bravery in World War II, a fourth that he was such a great lover she cannot enjoy her husband

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