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Bezig met laden... The Cantos of Ezra Pound (origineel 1970; editie 1977)door Ezra Pound
Informatie over het werkThe Cantos of Ezra Pound door Ezra Pound (1970)
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Meld je aan bij LibraryThing om erachter te komen of je dit boek goed zult vinden. Op dit moment geen Discussie gesprekken over dit boek. Hmmm.... ( ) Questa è una recensione su un libro impossibile da leggere, uno di quei libri non legati alla quotidianità, non di quelli che si comprano perché di moda, perché ne parlano i giornali, si è visto e sentito l'autore in TV o se n'è discusso in Rete. Non di libri e autori che appaiono e scompaiono, che vivono lo spazio di una stagione, magari anche vendendo migliaia di copie. Non di libri che hanno il fiato corto, finiscono nel dimenticatoio della storia della letteratura, appartengono a mezza generazione. Finiscono nella indifferenziata della cultura consumistica che divora tutto, sia i testi che i loro autori. Non di questi, bensì di libri che, pur diventati classici, difficilmente sono letti nella loro interezza. Libri impossibili da leggere perchè troppo impegnativi, spesso inavvicinabili dall'uomo comune, perché difficili nella forma e nei contenuti. Troppo concettuali, intellettuali, di cui però tutti ne parlano, li citano e menano vanto di conoscere, ma nessuno li ha veramente letti. Ne volete qualche esempio? Per motivi personali e professionali ne ricordo qualcuno, chi legge avrà memoria di altri. Sono scelte quanto mai personali legate all'esperienza, alla professione, alle tendenze e proprie predisposizioni. Libri come l' "Ulisse", "La Veglia di Finnegan", entrambi di James Joyce, "La montagna incantata" di Thomas Mann, il "Silmarillion" di John Tolkien, "Il Nome della Rosa" di Umberto Eco, "Il Castello" di Franz Kafka, "Il Principe" di Machiavelli. "I Canti Pisani" di Ezra Pound è uno di questi libri sui quali intendo soffermarmi. Un libro di fronte al quale chi legge si sente smarrito e sperduto per la dimensione sia spaziale e temporale che lo comprende, per il viaggio orizzontale e verticale che l'autore percorre attraverso la foresta dei simboli che caratterizza l'esperienza umana. La sola storia di Ezra Pound è di per sé un "classico". Per poter comprendere l'universalità che questo grande libro esprime, credo non ci sia migliore descrizione di quella che ne fece sessanta anni fa Eugenio Montale. Ecco quanto scrisse: "I Canti Pisani" sono una sinfonia non di parole, ma di frasi in libertà. Non siamo tuttavia nel caos perché queste frasi sono legate da un "montaggio" che supera di gran lunga, per apparente incoerenza, quello di qualche parte dell' "Ulysses" e dell'eliotiana "Waste Land". Si tratta però di un montaggio di cui sfugge totalmente il connettivo, il nesso conduttore. Immaginate che si possa radiografare il pensiero di un condannato a morte dieci minuti prima dell'esecuzione capitale, e supponete che il condannato sia un uomo della statura di Pound e avrete i "Canti Pisani": un poema che è la fulminea ricapitolazione della storia del mondo (di un mondo), senza alcun legame o rapporto di tempo e di spazio (...) Migliaia di personaggi, fitto intarsio di citazioni in ogni lingua, ideogrammi cinesi, brani di musica, allusioni a tutto ciò che per cinquant'anni ha alimentato, nella storia, nella filosofia, nella medicina, nell'economia e nell'arte il pensiero moderno, non senza salti vertiginosi nel mondo del mito e della preistoria (....). L'interesse è però ravvivato dal fatto che qua è la', in questi canti di prigioniero, intravediamo un Pound nuovo, provato dal dolore, una voce che piange, che geme, che soffre; e sentiamo allora che il gioco diventa serio e lo spettacolo del clown si fa tragedia". Non credo si possa aggiungere altro. Un libro universale che comprende spazio e tempo, che va oltre il soggetto e diventa oggetto, significato e significante nella dimensione dell'essere e del divenire. Un libro davvero per tutti e per nessuno. Tutti sono sfidati ad entrare nella mente del poeta che scrive, prigioniero di se stesso e del mondo. Pochi sapranno leggere il suo messaggio arrivando fino in fondo. Lo dice chiaramente "il grande fabbro" Pound nel canto 81, parlando della vanità dell'essere e del mondo. Quello che veramente ami rimane, il resto è scorie Quello che veramente ami non ti sarà strappato Quello che veramente ami è la tua vera eredità Il mondo a chi appartiene, a me, a loro o a nessuno? Prima venne il visibile, quindi il palpabile Elisio, sebbene fosse nelle dimore d’inferno, Quello che veramente ami è la tua vera eredità La formica è un centauro nel suo mondo di draghi. Strappa da te la vanità, non fu l’uomo A creare il coraggio, o l’ordine, o la grazia, Strappa da te la vanità, ti dico strappala Impara dal mondo verde quale sia il tuo luogo Nella misura dell’invenzione, o nella vera abilità dell’artefice, Strappa da te la vanità, Paquin strappala! Il casco verde ha vinto la tua eleganza. “Dominati, e gli altri ti sopporteranno” Strappa da te la vanità Sei un cane bastonato sotto la grandine, Una pica rigonfia in uno spasimo di sole, Metà nero metà bianco Né distingui un’ala da una coda Strappa da te la vanita’ Come son meschini i tuoi rancori Nutriti di falsità. Strappa da te la vanità, Avido di distruggere, avaro di carità, Strappa da te la vanità, Ti dico strappala. Ma avere fatto in luogo di non avere fatto questa non è vanità. Avere, con discrezione, bussato Perché un Blunt aprisse Aver raccolto dal vento una tradizione viva o da un bell’occhio antico la fiamma inviolata Questa non è vanità. Qui l’errore è in ciò che non si è fatto, nella diffidenza che fece esitare. Ezra Pound, "Pisan Cantos" (Canto 81) Is it worth reading, or is it a load of horseshit? Yes. In my opinion there was a strong strain of horseshit in old Ez, and this is not just because he was at certain points of his life a lousy anti-Semite. When he bothered to leave his ear ON, he had one of the more exquisite ears of any poet; however, he often chose (at least to me it "feels like" he chose) to turn his ear OFF, and leave whatever poetry was coming out of him slathered with blubs and slubs of undigested ... stuff. And the stuff chokes out whatever music there might have been (no, I don't think all poetry has to strive for a quality of music, but ...). In The Cantos, this gets really bad in the "Adams" sections of the work. More to come -- I'm going to start through this again soon. Ezra Pound foi — com todas as honras — um grande poeta pagão, ou melhor, um pagão grande poeta - neste mundo cristão e ocidental ora ameaçado por jihadistas e neo-islâmicos. Pound foi também, portanto, ao lado de Mayakovsky, o maior poeta “participante” anticapitalista. Durante diversas partes dos Cantos, ele soube contrapor a naturalidade do comportamento do estar pagão à (segundo ele) hipocrisia da civilização cristã. Numa boutade, dizia que seria legítimo substituir o Velho Testamento, como texto sagrado, pelas Metamorfoses, de Ovídio! Em suma, em matéria de recriar, de refazer, de reconstruir um dos lances mais elevados da poesia no século passado atual, o tradutor José Lino Grünewald soube premiar a língua portuguesa. geen besprekingen | voeg een bespreking toe
BevatHeeft een naslagwerk/handboekHeeft als studiegids voor studenten
For this edition of one of the great landmarks in twentieth-century poetry two previously uncollected cantos have been added, and some passages from other cantos, omitted from earlier printings, restored to the text. The additional cantos, numbered LXXII and LXXIII, were written by Ezra Pound in Italian, during the collapse of Italy at the end of the war. They belong in the sequence between the John Adams and the Pisan cantos. Geen bibliotheekbeschrijvingen gevonden. |
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Google Books — Bezig met laden... GenresDewey Decimale Classificatie (DDC)811.52Literature English (North America) American poetry 20th Century 1900-1945LC-classificatieWaarderingGemiddelde:
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